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Storia e curiosità di Monte di Procida, il trasporto pubblico montese agli inizi del 1900. Quandel ed i vetturini

Nel 1889 entrò in funzione la ferrovia cumana, anche se fu inaugurata ufficialmente tre anni dopo, il primo giugno del 1892. La linea, nata con esercizio a vapore (elettrificata poi nel 1927), rappresentava un importante e veloce collegamento con le città di Pozzuoli e di Napoli.

Con l’avvento della ferrovia a Torregaveta cominciarono ad arrivare anche i primi “visitatori“, più che altro napoletani, in maggior parte benestanti, curiosi e desiderosi di esplorare e conoscere un territorio nuovo ed approfittare della presenza della spiaggia e del mare, all’epoca sicuramente cristallino ed invitante.

Molta curiosità ed interesse incominciò a destare anche il “Monte” tanto che numerosi “avventurieri” arrivarono presto anche da noi. Ci sono varie testimonianze e documenti che confermano che la nostra borgata, già prima del 1900, era meta di villeggiatura dei napoletani. Lo stesso Ludovico Quandel arrivò in quel periodo a Monte di Procida e ammaliato dagli incantevoli panorami che offriva il nostro paese, decise di prendere qui casa anche perché la moglie, sua cugina Giuseppina Vial, era ammalata e su consiglio dei medici, aveva bisogno di vivere in un luogo molto vicino al mare.

Non essendoci mezzi di trasporto tra Torregaveta ed il Monte i “turisti” erano costretti a salire a piedi, sotto al sole e magari anche con i bagagli a seguito. L’unica alternativa era quella di attendere e chiedere un passaggio ai carrettieri che transitavano in zona, ricambiando poi con laute mance. In seguito, sempre più spesso, furono i carrettieri ad attendere i turisti, in prospettiva di un facile ed importante guadagno extra.

Fu così che, già prima del 1900, per soddisfare la crescente richiesta di trasporto nella tratta Torregaveta-Monte e viceversa, soprattutto nel periodo delle belle stagioni, incominciò anche da noi a farsi strada ufficialmente la figura del vetturino.

Il vetturino dell’epoca era essenzialmente un proprietario di uno o più cavalli e molto spesso era un carrettiere che al momento opportuno sostituita il carretto con una carrozzina e scendeva a Torregaveta in cerca di persone da portare sul Monte, a Cappella o a Bacoli e viceversa. I vetturini, come da norma, necessitavano di una licenza ed erano iscritti in un apposito registro comunale. Erano in un certo senso i tassisti dell’epoca.

Straordinaria immagine di Baia-Lucrino che riassume la situazione dei trasporti dell’epoca. All’estrema destra si intravedono i binari della ferrovia Cumana, a seguire un vetturino con la sua carrozzina per il trasporto delle persone, poi un carrettiere per il trasporto delle merci ed infine un signore con le provviste sotto al braccio che viaggia a piedi.

 
Prima che la borgata Monte divenisse comune autonomo non vi era o comunque non veniva fatta rispettare alcuna tariffa di trasporto e spesso i vetturini richiedevano molto più del dovuto approfittandosi del fatto che erano pochi e richiestissimi. Altre volte si iniziava una lunga trattativa sul prezzo della “corsa”, ma a spuntarla era quasi sempre il vetturino.

Il servizio di trasporto dei vetturini era richiesto a volte anche dai montesi, specialmente nei casi urgenti quando era necessario l’intervento veloce di un medico o di una mammana (levatrice). I montesi si lamentavano spesso delle alte tariffe applicate dai vetturini ritenendole delle vere e proprie “estorsioni” e cercavano sempre di evitarne l’utilizzo.

Nell’agosto del 1907 Monte di Procida divenne amministrativamente un comune autonomo, con un proprio sindaco eletto e con la prima giunta comunale composta dal sindaco dott. Coppola Michele e dagli assessori effettivi cav. Quandel Ludovico (assessore anziano), Scotto di Santolo MicheleScotto di Cesare Giosuè e Schiano Lomoriello Antonio.

Una delle prime delibere della prima giunta montese, esattamente la n.26 del 14 settembre 1907, ma di fatto solamente la settima delibera dell’amministrazione Coppola (le prime 19 furono precedentemente firmate dal commissario cav. Vincenzo Marchetti), fu proprio la definizione delle tariffe da applicare alle cosiddette “vetture da nolo o di piazza” …come stabilito dalla legge CP art.135 n. 9 “…appartiene alla giunta di dichiarare i prezzi delle vetture di piazza, delle barche e degli altri veicoli di servizio pubblico permanente…”

Le Tariffe furono così stabilite:

da Torregaveta:
– alla Chiesa (attuale piazza XXVII gennaio) e viceversa lire 0,60
– a Casevecchie e viceversa lire 0,70
– a via San Martino e viceversa lire 0,70
– a via Acquamorta (attuale via Imbò) e viceversa lire 1,00
– alla borgata Cappella e viceversa lire 0,50
– a Miliscola e viceversa lire 1,00

Inoltre:
– da qualsiasi punto di Monte di Procida alla parrocchia di Cappella e viceversa lire 1,00
– da Monte di Procida a Miliscola e viceversa lire 1,30.

Giusto per avere un’idea del costo del servizio occorre considerare che 1 lira del 1907 corrisponde a circa 4 euro di oggi (2018) ed il salario medio di un manovale era di circa 2 lire giornaliere. Non si può quindi dire che il servizio era molto economico.

Una moneta da 1 lira dell’anno 1907

Di sicuro la delibera favoriva tutti i montesi ed i viaggiatori che finalmente potevano contare su tariffe certe ed evitare eventuali “estorsioni” e discussioni con i vetturini.

Ludovico Quandel

 
Però, osservando bene la delibera, salta agli occhi una curiosa coincidenza che porta a pensare ad una tariffa un po’ “ad personam” a favore dell’assessore Quandel che di frequente si recava nella sua Napoli e all’epoca, 68enne, aveva sicuramente necessità di utilizzare il servizio e quindi ben conosceva le esose richieste dei vetturini.
Furono dunque previste 0,70 lire da Torregaveta a Casevecchie e fino alla via San Martino, ma già dalla adiacente via Acquamorta (attuale via Imbò) il costo della corsa saliva a lire 1,00. I motivi di questa decisione potrebbero essere molteplici, ma sappiamo benissimo che in via San Martino, all’epoca, abitava proprio Ludovico Quandel e quella stradina è l’unica di importanza secondaria a comparire nelle tariffe che per lo più fanno riferimento ai luoghi principali del paese (Chiesa, Casevecchie, Cappella, Miliscola). Fu, forse, una piccola rivalsa di Quandel nei confronti dei vetturini che chissà quante volte avevano approfittato dei suoi spostamenti.

Al di là di ogni ragionevole dubbio occorre ribadire che Quandel era un lungimirante e sapeva che quella delibera avrebbe sicuramente incentivato l’arrivo di un numero crescente di forestieri e quindi favorito lo sviluppo turistico ed economico del nascente comune di Monte di Procida.

Pasquale Mancino
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