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Storia di Monte di Procida, 200 anni fa alla borgata Monte…

Duecento anni fa, esattamente nel 1817, a Monte di Procida o per meglio dire alla borgata “Monte” del comune di Procida, vivevano stabilmente circa 2000 persone. Le poche strade esistenti non avevano ancora un nome specifico per cui anche negli atti ufficiali, come luogo degli avvenimenti, veniva indicata solamente la località.

Le località citate negli atti ufficiali del 1817 sono: Acqua morta, La chiesa, Coste (o Le coste), Falde (o Falde del monte), Gaveta (o La gaveta), Monte grillo (o Montegrillo), Petrara (o Petraia), Salita della chiesa, Sopra al fumo, Sopra le case, Sopra la chiesa, Sopra la torre, Strada vecchia, Torrione, Vicino la chiesa.

Alcune di queste località sono facilmente identificabili anche oggi, ma altre non sono proprio di facile ed immediata identificazione.

Nel 1817 sul “Monteoperavano otto cosiddette “mammane” ossia ostetriche, ma esse non avevano titoli di studio e quindi non erano vere e proprie ostetriche. Erano solamente donne “esperte” o perché avevano avuto molti figli o perché avevano seguito le pratiche di altre mammane. Avevano il compito di aiutare le donne gravide a partorire presso le proprie abitazioni. Portavano sempre con loro gli strumenti utili per il parto come panni, forbici e garze lasciando ai parenti della partoriente il solo compito di far bollire l’acqua. Davano anche importanti indicazioni alle madri, come quella di mangiare per tre giorni dal parto solo brodo di pollo, per evitare febbri e per avere latte abbondante e nutriente. Non chiedevano nulla in cambio, ma spesso venivano ricompensate con qualche bene di consumo come uova, galline, frutta, ortaggi, o vino. Alle mammane era affidato anche il compito di recarsi, di solito in compagnia del padre del neonato, presso l’ufficio di stato civile per annunciare il nuovo nato e farlo registrare agli atti.

Cinque di queste mammane erano della borgata “Monte” mentre tre erano di Bacoli ed operavano soprattutto nella località (Falde – Petrara).
Tra le mammane montesi sono da segnalare Angela Schiano di ben 82 anni domiciliata in località “Falde” e Maria Barone di 72 anni domiciliata in località “Sopra al fumo“.

Le otto mammane nel 1817 fecero nascere 54 bambini (28 femmine e 26 maschi). La mammana più attiva dell’anno fu Madalena Albano 54enne della località “Coste” che da sola fece nascere 24 bambini, circa il 45% del totale. Tra i parti più “faticosi” di questa mammana va sicuramente annoverato quello delle ore 6 della mattina di venerdì 12 dicembre quando fece venire al mondo Lucia e Madalena, le 2 gemelline di Maria Castaldo e Vincenzo Coppola, un colono montese. Viene facile e spontaneo immaginare che la seconda bambina, probabilmente non prevista, prese proprio il nome della mammana che l’aveva fatta nascere.

Purtroppo la mortalità infantile all’epoca era altissima e dei 54 nuovi nati 10 morirono nei primi 4 mesi di vita ed altri 12 avevano meno di 10 anni.

In totale quell’anno morirono 33 persone (20 maschi e 13 femmine) tra i quali il più anziano fu Giovanni Gelardo di 70 anni della località “Falde” nato nel 1747. Da segnalare anche Vincenzo Florentino un bambino di 10 anni orfano di madre e di padre morto a casa di parenti in località “Falde del monte“.

A portare l’estrema unzione era solo e sempre Michele Schiano Lo Moriello un sacerdote 72enne di “Sopra le case” che aveva anche il compito di denunciare le morti all’ufficiale di stato civile (aggiunto) che in quell’anno era un certo Giuseppe Vicedomini nominato dal sindaco di Procida.

La maggior parte degli uomini che compaiono negli atti del 1817 si dichiara “coloni“, pochi altri “bracciali” e qualcuno “calzolaio” o “barbiere“; nessun marinaio o pescatore.

Le donne erano quasi tutte “donne di casa“, qualcuna “filatrice” oltre ovviamente alle suddette importantissime e straordinarie mammane.

Pasquale Mancino

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