Come vi avevamo detto qui partiamo con le (micro) recensioni e soprattutto con i consigli del nostro Astolfo per le vostre letture. Commentate pure e consigliate altre letture… non può far che bene!
E adesso parola ad Astolfo:
Che leggere in questa fine d’ottobre, con belle giornate di un’estate che non ci lascia e sparge zanzare in agguato dappertutto? Si sa che è tempo di assegnazione di premi Nobel – quella cosa molto istituzionale che dal 1895 esiste per dare un bel gruzzolo a scienziati, poeti e scrittori, pacifisti veri e meno, insomma: benemeriti dell’Umanità in ogni campo. Lo sono poi davvero? Boh… Astolfo non s’esprime, visto alcuni premiati nel secolo. Riconosce appena appena gli scienziati insigniti dai dotti svedesi per ricerche e risultati visibili, comprensibili anche da lui che non arriva alla radice quadrata! E gli scrittori …? Vabbè, raccontano il mondo, si dice, l’uomo contorto e distorto, i “misteri dell’animo umano”, penetrano in punta di penna nelle caverne che non si vedono dentro, appunto, l’animo… A Stoccolma, pochi giorni fa, hanno premiato lo scrittore inglese ma giapponese di nascita Kazuo Ishiguro. Uno del ’54 che ha scritto una bella “pila” di libri tra il 1982 e il 2015, tutti molto british, atmosfere silenziose e pensose, domande inquiete del lettore comune sui significati che la vita ha o dovrebbe avere.
Tutti, si sa, hanno visto il film nato dal romanzo del 1989 Quel che resta del giorno. E sanno che non è soltanto la dolorosa perplessità del maggiordomo Stevens, che si chiede che esistenza abbia condotto fino al momento di un po’ di vacanza dagli impegni svolti con zelo e devozione nella villa di un signore conservatore e filonazista. Ishiguro crea il maggiordomo poi interpretato dal grande A. Hopkins per dire, tra altre cose, che si vive e si sceglie di farlo da automi, con davanti percorsi già tracciati e immutabili nel confuso e caotico insieme che ci tocca. Non è nuovo, certo, ma salutare nella realtà contemporanea allineata ai modelli ormai da robot in cui ci tocca e ci toccherà sempre più muoverci… Che può dire o fare la Letteratura oltre all’avvisarci dei fossi e delle spine entro cui ci capita di passare la vita? Poco altro, pare. I dottoroni svedesi colgono l’impegno dello scrittore anglo-nipponico sintetizzando che il Nobel gli è toccato perché la sua prosa piatta ed inquieta, la lingua semplice e chiara, coglie “l’abisso al di sotto del nostro senso illusorio di connessione col mondo”. Oh, amici di Astolfo rimbambito da tanta chiarezza, vi sembra niente? Un po’ Kafka, un po’ Proust, per dire…
Fermatevi sotto gli alberi vicino casa, nel salotto buono che avete, in qualche bugigattolo abitato da un po’ di silenzio e aprite Il gigante sepolto (storia, fantasy, mito nella Bretagna del V sec. d.C.), o Un artista del mondo fluttuante (pittura e vita nel Giappone dopo la guerra), o pure Un pallido orizzonte di colline (la memoria dell’atomica sulla pelle delle donne protagoniste), meglio ancora – proprio il consiglio di Astolfo – Notturno. Cinque storie di musica e crepuscolo (racconti con la musica a fare da collante tra i protagonisti delle storie).
Le zanzare, le mosche, vedrete, si limiteranno a girare senza colpire, poi voleranno altrove o fuori, infastidite e spaventate dal Nobel davanti ai vostri occhi. Leggete quel che vi piace, ma leggete… Tanto, il tempo lo perdete lo stesso!
Tutti i romanzi di K.Ishiguro sono pubblicati in Italia da Einaudi.
Astolfo sulla luna.