Riceviamo e pubblichiamo:
Due parole, due, sulla petizione che da qualche giorno A. Passione ha lanciato e la relativa raccolta firme sta ora entrando nel vivo, come si dice.
L’oggetto del tutto è, manco a dirlo, Acquamorta. Più esattamente, la presenza nel porticciolo lì costituito alla meglio di un traghetto nero, con una scritta “poderosa” ben più che cubitale su di un lato, ad indicare la Compagnia d’appartenenza. Nientemeno, da altra regione, il Lazio! Ma la petizione non contesta la extra regionalità del mezzo, ci mancherebbe … siamo cosmopoliti, sempre. E’ invece, assai più modestamente, finalizzata a contestare motori, rumori, fumi e odori che il natante diffonde… Il termine odori è molto impreciso: infatti trattasi di cattivi odori, miasmi veri e propri, veleni allo stato libero, che nessuno, genitore o anche amministratore, farebbe respirare a chicchessia, figlio o concittadino. Se non altro per rispetto di norme e leggi che sono parte – fortunatamente – dei (troppo) ricchi e (talvolta) contraddittori Codici nazionali. Tali veleni, azzurrini e densi, galleggiano minacciosi nell’aria calma del luogo non appena il mezzo è fisicamente presente nello specchio d’acqua portuale o nei suoi paraggi… E ci si affida all’intelligenza del … vento!
Ma come, dirà l’interlocutore abituato a non discutere mai scelte dall’alto, tutta ‘sta petizione, tutta ‘sta agitazione per un traghetto? E che, vogliamo negare la funzione di porto a tutto il faticoso (per i tanti, tanti anni occorsi per costruirlo!), geometrico apparato di moli, darsena, bacino, scogliere diligenti ostacolo al ponente indisponente, allo scirocco farlocco che pure insabbia dove penetra?? Per non dire di chi ci lavora…!
Si, dico che vogliamo discutere scelte sbagliate, pericolose per la Comunità. Quella che ha a cuore quel pezzo di Paese che potrebbe essere altro di molto meglio e, purtroppo, non è niente; potrebbe avere avuto altri registi ed ha avuto quelli che ha avuto! E lo sguardo della mente va molto oltre gli attuali governanti di Monte… Aggiungo, poi, che la petizione chiede qualcosa che assessore ed assessori, vicesindache e sindaco in testa avrebbero dovuto avere molto, molto, a cuore: cioè che l’attracco dei natanti sia esclusivamente imbarco e sbarco di pedoni, con le auto regolarmente nei punti parcheggio, e il molo principale non diventi una pista di mezzi diversi diretti non qui, ma ad altre destinazioni oltre i nostri 3,6 Kmq!
E’ troppo? E’ assurdo? E’ contro il corso di un progresso inevitabile e dai costi da accettare? Chi sostiene tutto questo, chi risponde con tre SI alle tre questioni poste appena ora, ha idea di dove stia andando il mondo? Di cosa saranno turismo, tempo libero, conoscenze del vicino nel futuro ormai non tanto futuro?
Oggi più di ieri, mi pare complicato sostenere che:
– questa sia l’unica strada da percorrere per dare futuro a Monte e ad Acquamorta;
– gli amici di Procida debbano intasare le strade già insufficienti di Monte;
– la nostra Marina debba rinunciare per sempre alle sue altissime qualità di luogo “selvatico” e balneare, con le dimensioni “umane” altrove, un po’ dappertutto, perdute. E lì, in quell’altrove, perdute in cambio di un turismo di massa “caciarone” e distruttivo, speculativo di sua natura. Mordi, fuggi e … i danni sono tuoi!
Qui abbiamo già offeso, o stiamo sacrificando, la Bellezza e la ricchezza che c’era in nome di un improbabile percorso di sviluppo che nulla ci lascia se non disastri. Su tutti i piani!
I governanti dovrebbero, dovranno, devono sentirsi investiti proprio di questa svolta concettuale concreta: battagliare insieme ai concittadini per la cura del territorio, impostare un lungo – nessuno s’illude! – cammino di revisione e superamento dei/del modello precedente, spingere per passare da: porto attuale/morte del mare/desolazione, all’altro possibile: porto turistico/aree balneabili/luogo del tempo libero e della cultura…
Sento le obiezioni; persino quella volgarissima e risibile che questa petizione metterebbe in crisi il lavoro ora presente ad Acquamorta. Non ci sono risposte sensate a questioni insensate, come diceva un maestro di ieri…
Che chi ha a cuore il fazzoletto di terra dove viviamo firmi, sostenga la petizione, comunichi idee e qualche … sogno. Chi amministra si interroghi e si confronti. Capisco e riconosco la democrazia rappresentativa. Forse, dopo Robespierre, non ce n’è altra possibile. Eppure il governante, l’amministratore, dovrebbe confrontarsi e dialogare col cittadino, al di là delle necessità private, ma proprio sulla cosa pubblica. Anche e soprattutto oltre i gruppetti – quattro gatti? senza offesa – dei partiti politici.
Giovanni Pugliese Co-responsabile della petizione su Acquamorta