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Invasione di Meduse nelle acque di Monte di Procida e Bacoli, ecco il perchè

Invasione di Meduse nelle acque di Monte di Procida e Bacoli, questa mattina pochi sono stati i bagnanti che hanno deciso di tuffarsi in acqua per paura di essere solo sfiorati dalle centinaia di meduse che si vedevano anche dalla banchina. I ragazzi piu’coraggiosi hanno fatto a gara a catturare con reti e secchi le meduse cercando di ripulire il mare da questi pericolosi abitanti . Poi nel pomeriggio le meduse sono diminuite. Mdp news

Riproponiamo un articolo di qualche anno quando il fenomeno era evidente quanto oggi 

C’è il clima impazzito ma anche la pesca senza regole di pesci predatori, come i piccoli tonni, all’origine delle invasioni di meduse che negli ultimi anni si registrano sulle nostre coste. In particolare in prossimità delle piccole isole.

A spiegarlo è Enrico Alleva accademico dei Lincei, esperto di comportamento animale e ricercatore dell’Istituto Superiore di Sanità, sottolineando che gli zoologi, da alcuni anni, si interrogano sul problema del cambiamento climatico e sui riflessi sulla salute.

Il cambiamento delle temperature del Mediterraneo – continua Alleva – le oscillazioni nella salinità costiera, dovute alle precipitazioni, ma soprattutto le variazioni nella composizione delle specie animali che popolano il mediterraneo potrebbero essere tra i fattori che spiegano come mai, da parecchi anni, le popolazioni di meduse siano esplose, soprattutto in prossimità di alcune isole molto turistiche».

Alcuni zoologi, inoltre, «sostengono – aggiunge Alleva – che sarebbe un fattore decisivo anche la diminuzione nelle popolazioni di pesci predatori di meduse, come i giovani tonni». E il calo di questi pesci è dovuto proprio «alla pesca indiscriminata, fatta a vantaggio di ricchi giapponesi ‘golosì di ventresca di tonno», dice l’esperto.

Per lo scienziato, «considerato l’aumento delle persone colpite ogni anno dalle meduse, nonché il danno economico al turismo italiano, sarebbero opportuni, anzi urgenti, progetti di ricerca mirati ad individuare strategie di contenimento». In particolare sarebbe utile, tenendo conto dei rischi per le persone e, in particolare per i bambini, che «regolarmente e su base oraria – ogni 60-90 minuti – i bagnini verificassero la presenza di meduse allertando, nel caso, i bagnanti».

«Il contatto con i tentacoli di questi animali, infatti, «fa scattare dei microarpioni urticanti, con meccanismo tipo molla. E ovviamente se questo avviene in zone cutanee particolarmente delicate o su soggetti sensibili, oppure in caso di zone estese del corpo colpite, i rischi sono elevati».

Alle nostre latitudini, però, «non ci sono animali dal tocco letale, come le meduse dai lunghissimi tentacoli che popolano per esempio l’Australia. E fortunatamente non ci sono previsioni a breve che questi esseri possano acclimatarsi nel Mediterraneo
dal Il mattino

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