Sono già due le vittorie conquistate dall’Avvocato montese Armida Mancino nell’ambito dei giudizi intrapresi contro la C.d. “Buona Scuola”, la legge che ha stabilizzato migliaia di precari del mondo nella scuola ma con un prezzo altissimo: lo smembramento delle famiglie e i trasferimenti forzosi al Nord per moltissimi docenti.
“Possiamo ancora credere nella giustizia”. Queste le laconiche parole del professionista che non nasconde la soddisfazione per le due pronunce susseguitesi a brevissimo nei giudizi patrocinati per due maestre di scuola primaria che si erano viste improvvisamente catapultate dalla provincia di Napoli a quella di Verona.
I trasferimenti delle docenti erano apparse alle due malcapitate da subito illegittimi; infatti entrambe avevano provato a risolvere la questione prima mediante colloqui informali con i Dirigenti del Provveditorato di Napoli (U.S.R. Campania) poi con richieste formali di conciliazioni con lo stesso Ufficio. Il Ministero però aveva mantenuto il punto e deciso di non intervenire, nonostante le docenti godessero di altissimi punteggi e comprovata esperienza professionale.
Solo con l’intervento dell’Avvocato Armida Mancino la situazione si è finalmente risolta a favore delle due maestre, che ora il Ministero è obbligato a ricollocare presso una delle sedi dalle stesse indicato nelle domande di trasferimento. “Per me comincia una nuova vita” dice Giuditta, una delle insegnanti coinvolte. “Finalmente il Tribunale di Verona ha riconosciuto il mio diritto ad essere collocata a servizio nella provincia di Napoli. Ho dato tutta la vita alla scuola, cominciando a lavorare a soli 19 anni e poi riuscendo, con impegno e tanto sacrificio, a conquistare una laurea magistrale in scienza dell’educazione mentre crescevo i mie bambini e mi occupavo dell’istruzione dei bambini degli altri. E tutto questo mentre il mio amato marito navigava, come fa ancora oggi. E’ soprattutto per i miei figli, oggi adolescenti, che ho cominciato questa battaglia di giustizia e di legalità, per insegnare loro che bisogna lottare per affermare i propri diritti ed avere fiducia nella giustizia giusta”.
Per la cronaca, la dottoressa e la sua collega erano state trasferite, dopo l’assunzione in ruolo nell’a.s. 2015/2016 con assegnazione di cattedra in provincia di Napoli, entrambe a Verona, in plessi individuati arbitrariamente dal Ministero senza tenere in considerazione né l’altissimo punteggio delle docenti né le preferenze espresse nella domanda di mobilità obbligatoria per il triennio 2017/2019. Il Tribunale di Verona, adito dall’Avvocato Armida Mancino con procedura di urgenza, ha accolto totalmente le istanze delle ricorrenti rigettando ogni tentativo di difesa del Ministero, che fino all’ultimo ha sostenuto le proprie tesi senza cedere il passo ad alcun tentativo di conciliazione.
“Il mio unico rimpianto è non essere intervenuta prima a risolvere la questione” conclude l’Avvocato Armida Mancino, ”purtroppo la nostra professione è divenuta inflazionata e miscompresa, e l’appuntamento con il Legale viene sempre ritardato nella falsa prospettiva che i problemi possano risolversi da soli e a costo zero. Sarebbe auspicabile, per me, che i cittadini pensassero alla figura dell’Avvocato anzitutto come persona di fiducia. Il Nostro compito è quello di dirimere il conflitto sociale, non di raccogliere incarichi ed imbarcarci in imprese avventurose con la prospettiva della parcella. Quindi mi sento di dire ai cittadini rivolgetevi con fiducia ad un professionista serio e coscienzioso che vi aiuterà ad affrontare i problemi con la legge, piccoli o grandi che siano”.
La redazione