‘La Moda veste la Pace’, congresso mondiale delle donne della moda e del design 2016La Moda veste la Pace’
Congresso Mondiale delle Donne della Moda e del Design 2016, si svolgerà il 30 giugno prossimo nel comune di Monte di Procida. E’ una data particolarmente importante perché, come Giano, il Congresso ha due fronti: ‘Individuare nuove formule per la pace. Promuovere l’uguaglianza nel mondo della moda’, è organizzato da ‘African Fashion Gate’ e tratterà come argomento anche le pari opportunità dei colori della pelle sulle passerelle. Lo scopo è di accrescere le consapevolezze delle problematiche in discussione, di favorire le interrelazioni tra le categorie, nazioni, culture e religioni, producendo un documento unificato da proporre alle Istituzioni competenti per indurle a legiferare in materia. L’argomento del Congresso trova origine da un disagio sociale discusso da alcuni magazine di moda e non solo. Un articolo di ‘Business of Fashion’ dell’11 ottobre 2015 ha spiegato una questione discussa nel mondo della moda statunitense, ovvero quella della scarsa aderenza alla varietà razziale dei modelli estetici che si vedono sulle passerelle delle sfilate, o sui giornali di settore. Sulle pubblicità o sulle copertine delle riviste di moda c’è ancora una grandissima prevalenza di modelle bianche rispetto a quelle di colore, asiatiche, mediorientali e latinoamericane, che sono ancora in netta minoranza sebbene le loro provenienze rappresentino una fetta di mercato sempre più consistente. Le modelle bianche sono il 79,4 per cento del totale e della percentuale rimanente il 10,2 per cento sono modelle nere, il 6,5 per cento sono asiatiche, il 2,3 per cento sono indiane o mediorientali, mentre l’1,6 per cento sono ispano-americane. Il discorso è simile anche per quanto riguarda le copertine delle riviste di moda. Prendendo in considerazione ad esempio 27 copertine solo 4 hanno per protagonista una persona di colore. Ampliando la ricerca su 42 copertine solo 12 hanno una modella nera o asiatica. Anni fa l’ex modella di colore Bethann Hardison, fondatrice dell’associazione ‘Diversity Coalition’, che lavora con le istituzioni della moda per assicurarsi che non vi siano discriminazioni razziali, convocò una conferenza stampa a New York, accusando l’industria della moda di continuare a discriminare le minoranze. A giudicare dai dati raccolti da ‘Business Of Fashion’, negli anni le cose non sarebbero cambiate molto e il tema delle differenze razziali nella moda riguarda anche gli stilisti. Dei 470 stilisti iscritti al Council of Fashion Designers of America (il corrispondente americano della Camera della Moda), è stato verificato solo 12 sono afroamericani e tra le 260 sfilate in programma in quella settimana della moda di New York solo il 2,7 per cento era di uno stilista nero. Negli ultimi anni è però cresciuto anche il divario tra i modelli rappresentati dalle case di moda e i clienti che comprano da questi brand. Secondo la società di consulenza americana ‘Bain & Company’ negli ultimi otto anni il mercato del lusso è cresciuto di circa il 10 per cento nei paesi dell’Asia e del Pacifico. Oggi i mercati che stanno crescendo più in fretta per i prodotti del lusso sono quelli del Medio Oriente e dell’Africa. Sulle passerelle e sulle pubblicità però si vedono poche modelle nere o dai tratti mediorientali e asiatici. L’industria della moda è istituzionalmente razzista perché la maggior parte di chi ci lavora è bianco e quindi ingaggia il proprio simile senza farsi domande. Il ‘Sunday Times’raccontò, lo scorso anno, del licenziamento di un noto manager della moda reo di volere più modelle nere. E riporta la testimonianza di Betty Adewole, modella nigeriana ritenuta l’erede di Naomi Campbell: ‘Ero ad un casting e una stilista si è alzata. Ero l’unica ragazza nera. Lei ha detto alla sua assistente: non voglio quelle nere, devi dirle di andarsene’. Anche Naomi Campbell, insieme alla collega Iman e all’attivista Bethann Hardison, aveva denunciato questa situazione. ‘Non importa l’intenzione perché il risultato è razzismo. Che sia una decisione del designer, stilista o casting director, quella di utilizzare praticamente tutte modelle bianche, rivela un tratto che è sconveniente per la società moderna che non può più essere accettato’. Le statistiche ci dicono che le donne sebbene costituiscano il numero maggiore delle vittime dei conflitti, sono quasi sempre escluse dai tavoli diplomatici e dai processi decisionali che portano alla pace. Eppure le donne sono buone negoziatrici sui tavoli di pace, perfettamente in grado di formarsi a livello diplomatico, di studiare relazioni internazionali e scienze politiche. Le donne devono partecipare ai processi di pace perché sono una parte in causa del conflitto esattamente tanto quanto gli uomini. E gli accordi funzionano bene solo se a stringerlo sono i diretti interessati. Monte di Procida e stato scelto per questo Congresso perché vanta da tempi lontanissimi una tradizione di marineria tra le più nobili della storia, non solo italiana ma addirittura europea. I montesi erano, e sono tutt’ora, un popolo di armatori e marinai e la loro assenza, che talvolta si protraeva anche oltre l’anno, creò una social class di donne autonome, non solo nelle scelte e nel governo della famiglia ma anche in quelle del Comune. Donne passionali, forti e decise ma anche donne di Moda. Le donne montesi, abili tessitrici, ricamatrici e sarte, in assenza dei mariti, davano sfogo alla loro creatività realizzando vere e proprie opere d’arte. Prendevano forma così collezioni di pregio composte da rinomati tessuti di lino finemente lavorati a mano e destinati alla dote dei propri figli. Il relatori del congresso saranno Giuseppe Pugliese Sindaco di Monte di Procida, Nicola Paparusso Segretario Generale di Afg, Pathé Dia Stilista Senegalese, Claudia Beretta Presidente Associazione Donne d’Africa, Nerina Di Nunzio Direttore Ied Roma, Ester Pugliese, Vice Presidente Comitato Tecnico accreditato al tavolo di Governo del ‘Cantiere di Stabilità’ per la Tutela Istituzionale degli Interessi delle Donne, Mariarita Grieco Capo Redattore Tg2. Moderatrice, Lisa Marzoli , giornalista del Tg2. Parteciperanno per la Moda: Faouzi Naouar Stilista Tunisino, Anggy Haif Stilista Camerunese, Kacem Sahl Stilista Marocchino, Coumbelle Kane, Penda Thioune, Alima Diop, Gaia Di Napoli Modica. Baidi Kane, Tony De Silva. Il Congresso è patrocinato dall’Unido, Organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Industriale che assiste i Paesi in Via di Sviluppo
e quelli con economie in transizione, al fine di favorire uno sviluppo industriale sostenibile e la cooperazione internazionale tra le imprese. Per mezzo dei suoi 52 uffici nei Paesi in via di sviluppo e in collaborazione con i 171 Paesi membri, Unido persegue lo scopo attraverso la mobilitazione di risorse umane, conoscitive e tecnologiche, grazie alle quali favorisce l’occupazione produttiva e lo sviluppo industriale sostenibile.
Roberto Cristiano fonte www.progettoitalianews.net