La rivista Scientific Reports, che tratta di alcuni studi fatti dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) e dal Consiglio Nazionale delle ricerche (Cnr), svolti sull’attività vulcanica dei Campi Flegrei, afferma che il magma è prossimo alla superficie. Si troverebbe infatti a soli 3 chilometri in un lago magmatico, e intanto cerca di rassicurare la popolazione :” per il momento la lava non desta preoccupazioni”.
Purtroppo è umano nutrire apprensione di fronte a queste rivelazioni; soprattutto per la pericolosità con cui gli esperti hanno sempre indicato i vulcani flegrei e per la impreparazione della popolazione di Bacoli e di Monte di Procida,in caso di un improvvisa calamità naturale.
Nei Campi Flegrei il pericolo di un’eruzione è più forte rispetto al Vesuvio, all’Etna, allo Stromboli. Si intuiva dalla storia geologica del territorio, ma ora è scientificamente dimostrato da un rapporto riservato dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
Già riservato; infatti le carte venivano tenute nei cassetti della Protezione Civile da un bel po’ di tempo e mai messe a disposizione dell’opinione pubblica. Probabilmente perché il piano di sicurezza del territorio ancora non è pronto. E nulla lascia prevedere che se ne faccia qualcosa nell’imminente futuro, col rischio che da un giorno all’altro la gente possa trovare la lava nel cortile di casa e con la difficoltà di scappare.
Al di là di quello che potrebbe accadere, siamo sicuri che nel recente passato, a nostra insaputa, non ci sia stata qualche eruzione e il mondo scientifico ha taciuto ?
Tra i 1982 e 1984 l’area intorno a Pozzuoli, si sollevava a ritmo vertiginoso: siamo nell’ordine di 3.5 metri ( tutto fa pensare ad un’ imminente eruzione vulcanica) . All’Osservatorio Vesuviano si balbetta . In quei giorni, da fonti non istituzionali, (erano i primi giorni di ottobre dell’83) si dette, più volte, uno strano allarme che tenne la popolazione col fiato sospeso, ma soprattutto, fuori dalle proprie abitazioni. I maldicenti pensarono che la cosa fosse partita dagli esperti, che, nell’incertezza, vollero agire nell’anonimato. Non successe nulla. Invece, in una notte, successiva a questi fatti, si verificarono in poche ore un’innumerevole quantità di scosse telluriche (molte di notevole intensità); Il mattino seguente i pescatori rientrati in rada raccontarono di fatti strani accaduti al largo (moria di pesci, acque improvvisamente intorbidite e agitate e via discorrendo). La spiaggia che va da Torregaveta a Cuma era interamente ricoperta di pietre laviche. Da quel giorno poi il fenomeno del bradisismo andò lentamente scemando. Forse al largo del Miseno si era liberata quell’energia che premeva verso l’alto? Quella stessa energia che faceva salire la terra flegrea? Una probabile eruzione sottomarina marina, lenta, nascosta dal buio delle tenebre ?
Supposizioni queste che pur di eccezionale rarità possono accadere , così come è avvenuto nel recente passato, nello Stretto di Messina, dove incredibilmente un vulcano sottomarino, di cui si ignorava l’esistenza, iniziò a eruttare nella notte.
Occorre dunque mettere la popolazione dei Bacoli e di Monte di Procida al sicuro dal rischio vulcanico; bisogna creare le condizioni di poterla fare evacuare dal territorio di fronte ad un’evenienza naturale di pericolo; le istituzioni devono fare ogni sforzo per creare quelle agognate vie di fuga e dare istruzioni di come affrontare un’eventuale situazione di emergenza. Ne va della sicurezza di diverse migliaia di persone. E’ bene farlo presto. Governo Regione e Comuni sono avvisati.
Geppino Basciano