Da sempre il teatro ha un ruolo pedagogico e sociale. Con questa finalità l’Università Popolare “ Cafaro”, diretta da E. Pisano, organizza corsi per adulti. Il laboratorio teatrale è diretto con maestria da Salvatore Illiano, che quest’anno ha lavorato con i partecipanti su un suo testo “ Confessioni”. Il saggio –spettacolo, commedia in 2 atti, è stato presentato nella Kermesse di “Cappella Futura” al Casale.
Mercoledi 29 e giovedi 30 luglio, nella suggestiva cornice scenografica del borgo antico, sono andate in scena “ le Braccianti Teatrali”. Un caloroso pubblico ha applaudito di cuore il gruppo, i cui interpreti nella maggior parte erano alla loro prima esperienza sulle tavole di scena. Una prova corale alquanto positiva e suggestiva, con qualche individualità interessante dal punto di vista filo-drammatico, e con la capacità semplice e genuina di emozionarsi e soprattutto di divertirsi e trasferire questi sentimenti spontanei agli spettatori.
Nella prima serata si sono esibite una parte delle allieve, mentre nella seconda si sono alternate altre ancora. All’interno del testo , la scena popolareggiante del “litigio” nel “ricietto” tratto da “ Bacoli racconta” l’interessante e puntuale libro di Maria Rosaria Di Costanzo, ricercatrice di antiche tradizioni orali e voce canora del duo musicale “Incanto Flegreo” e l’inizio di “Berretto a sonagli” dal tono eduardiano, con un trio capace di trasferire in pieno l’atmosfera pirandelliana.
In scena Tornitore: Marcello Fascelli, Ngiulina: Consiglia Baiano e Paola Carannante. Rusina: Matilde Testa e Carmela Brescia Prezzetella: Immacolata Menna Nannina: Schiano di Cola Maria Teresa: Maria del Gaudio Don Carmine: Salvatore Schiano di Cola Antonio Saetta: Angelo Parisi Egidio : Antonio Russo Carmelina : Lucia Baiano Pasqualina: Pina Baiano Titina: Rosalia Schiano di Cola Beatrice: Maria Ambrosino e Regina Circelli La saracena: Angela Volpe e Carmela Scotto Chiarina: Nella Salemme. La regia divertita e militante, è stata di un emozionato e passionale Pogliana, in piena sintonia con tutti.
Insomma una bella ed appassionante esperienza, dove lo scenario architettonico mediterraneo e il racconto popolare, diventano una miscela vulcanica di divertimento, cultura e socializzazione. In un mondo caratterizzato da chiusure e dall’individualismo, il teatro riporta al centro la necessità antropologica dello stare insieme con tutta la sua funzione educatrice e del ridere sano. Come ai tempi dell’agorà antica.
Franco Napolitano