La conformazione di Monte di Procida impone che il territorio sia messo in sicurezza per tutelare la sua bellezza e l’incolumità di tutti i cittadini. Caratteristica, questa, che nei decenni è stata troppo spesso sottovalutata e che, ad oggi, si è trasformata in una vera e propria criticità a cui bisogna porre rimedio. Le zone maggiormente a rischio risultano essere via Roma, via Panoramica, via Torregaveta e il costone di Torrefumo. I recenti smottamenti registratisi in queste aree sono i segni di un disastro idrogeologico annunciato, figlio di cause naturali quanto antropiche. Ma limitare i dissesti è possibile. Occorrono interventi mirati, tra cui la realizzazione di un Piano di Protezione Civile comunale (attualmente inesistente), il monitoraggio delle zone più vulnerabili e opere di ordinaria manutenzione, prima che dei sacrifici e degli investimenti di “ieri” non restino che macerie. Queste misure per la tutela del suolo dovranno procedere di pari passo con opere di canalizzazione dell’acqua, la pulizia di caditoie e tombini, e con una stretta collaborazione tra Ente comunale e Protezione Civile locale, per un migliore e più efficiente controllo del territorio. Uno straordinario risultato promosso ed ottenuto da Peppe Pugliese durante la scorsa consiliatura riguarda l’installazione di una stazione meteo sul tetto della casa comunale (fortunatamente, ancora operativa). Si tratta, nella fattispecie, di uno strumento atto a registrare tutti i parametri atmosferici e pronto ad allertare, attraverso un sistema di sms, in caso di eventuali avvenimenti eccezionali, sia il Nucleo Locale di Protezione civile Falco, sia lo stesso Comune, affinché si possano adottare le adeguate misure di sicurezza.
Sensibile alla salvaguardia ambientale, Peppe Pugliese ha approfondito questa tematica attraverso un decennio di corsi e studi specifici. Oltre alle conoscenze, mette a disposizione della città un bagaglio di esperienze che certamente hanno cambiato il suo modo di approcciarsi alle calamità naturali, incentivandolo a intraprendere battaglie per la prevenzione dei disastri naturali. Ha infatti una lunga militanza nel volontariato e in progetti di solidarietà civile. C’era, sei anni fa, con il suo dolore ma carico di speranze ed energie tra i volontari della protezione civile dopo il terremoto de L’Aquila che nell’aprile del 2009 distrusse tetti e case, mietendo centinaia di vittime. C’è, oggi, per noi, pronto a mettere in pratica quanto appreso nel corso della sua formazione, ad investire le proprie capacità per il benessere e la sicurezza di questa città, la sua città.
M. Scotto d’Aniello