Patrizia Capuano da Il Mattino
MONTE DI PROCIDA. Al traguardo il restauro della residenza gentilizia Villa Matarese. I lavori di riqualificazione sono terminati, il Terzo Settore comunale ha espresso parere favorevole alla esecuzione e al collaudo statico delle opere di adeguamento funzionale effettuate. Acquistata dal locale ente pubblico con una delibera di giunta approvata nel febbraio 2007 – al costo di 3,5 milioni di euro da pagare con un mutuo ventennale – la dimora diventerà un polo storico-culturale provvisto di biblioteca e vaste sale per eventi. È una villa in origine monofamiliare circondata da un giardino esteso per 3.800 metri quadrati, dotato di alberi ad alto fusto e arbusti da frutta. Realizzato con pareti e volte in muratura, l’edificio rientra nelle strutture costruite nei paesi dell’hinterland partenopeo fra la seconda metà del XIX secolo e gli inizi del XX secolo e fu edificato, in un ampio polmone di macchia mediterranea, nei primi decenni del Novecento. L’acquisto da parte del locale ente pubblico, su decisione dell’ amministrazione guidata dall’ex sindaco Francesco Paolo Iannuzzi «per dotare il paese di un polo culturale», ha suscitato molte polemiche da parte della opposizione consiliare allora in carica, puntando il dito sia contro «i costi elevati» definiti «un onere gravoso sul bilancio del Comune» che i tempi di pagamento. Polemiche proseguite durante questi anni per la mancata consegna nei limiti previsti e annunciati inizialmente. Il progetto di restauro, dopo note lungaggini burocratiche, è stato avviato nella primavera 2011. E si è rivelato piuttosto complesso, in base a quanto hanno riferito dall’ente pubblico. I rallentamenti sarebbero stati determinati dalla necessità di ulteriori autorizzazioni da parte della Soprintendenza e del Genio Civile per poter apportare delle modifiche al disegno progettuale iniziale, propedeutiche a rinvenimenti di strutture esterne. Obiettivo del Comune, fare della residenza gentilizia posta su due piani e su una superficie totale di 500 metri quadrati, un complesso dotato di una ampia biblioteca multimediale e di sale al livello superiore da riservare ad eventi pubblici. Tra le poche dimore antiche del più piccolo paese del comprensorio flegreo, la residenza era dell’avvocato e storico giurista Agostino Matarese. Stimato e amato da tutti, è indiscusso il merito politico-culturale assunto per il territorio e per la sua evoluzione storica. Matarese infatti è ricordato anche perché fu il primo commissario prefettizio di Monte di Procida. Dopo la fine del fascismo, nel 1944, fu indicato dal Comitato di Liberazione Nazionale di Napoli affinché guidasse il Comune montese che, dal canto suo, aveva conseguito l’autonomia dall’isola di Procida nel lontano 1907. Un incarico assunto con grande entusiasmo, secondo ciò che ricordano quanti ebbero la fortuna di conoscerlo. La dimora, dall’immenso prestigio storico e tra le rare abitazioni gentilizie della zona, è stata acquisita con la biblioteca originaria: una raccolta di antichi e pregiati volumi legati alla sua attività, alle attitudini che spaziavano dalle lettere, alla storia, ai classici. Conservati inoltre, in buono stato, oggetti di primo Novecento e affreschi dai colori pastello in stile Liberty decorati sulle volte interne. Ma il restauro di questi ultimi è stato suddiviso in varie fasi per problemi emersi nel corso dei lavori. Intanto, gli uffici comunali stanno lavorando da un po’ alla inaugurazione della storica struttura e si sta valutando, nel contempo, un sistema di gestione. L’obiettivo è di rendere fruibile al pubblico quanto prima il complesso, quindi sia il polo culturale che il giardino circostante, costituto da un polmone di verde situato nel quartiere più antico del paese. Tuttavia l’inaugurazione potrebbe slittare dopo l’insediamento della prossima amministrazione, successivo alle elezioni del 31 maggio.