DA IL MATTINO PATRIZIA CAPUANO
CAMPI FLEGREI. Avviato il monitoraggio di Arpac e capitaneria di porto nel tratto marino che bagna il litorale da Cuma alla darsena di Acquamorta, nel Comune di Monte diProcida in provincia di Napoli.
L’obiettivo degli esperti è di stabilire le cause di questa nuova emergenza nelle acque flegree. A tal fine, su disposizione dell’assessorato regionale all’Ambiente, oggi sono intervenuti i tecnici dell’Agenzia regionale per la Protezione Ambientale Campania e i guardacoste dell’Ufficio circondariale marittimo di Pozzuoli, diretto dal comandante Angelo Benedetto Gonnella.
Dai rilievi eseguiti non è emersa la presenza di idrocarburi e di sostanze chimiche inquinanti e sarebbe da escludere, secondo un primo screening, una dispersione di reflui dal depuratore di Cuma. Naturalmente bisogna attendere l’esito degli esami per definire l’origine del fenomeno, che «in queste ore si è concentrato nello specchio d’acqua della Baia dei Porci, a Monte di Procida – spiega il comandante della capitaneria di porto di Pozzuoli, Angelo Benedetto Gonnella – In ogni caso attendiamo il risultato delle analisi per stabilire la causa. Dato importante è l’esclusione di idrocarburi e inquinanti di tipo chimico». La chiazza, in base a quanto hanno osservato gli esperti, sembra provenire dal canale di Procida pur non interessando l’isola. Le correnti marine e il vento di maestrale hanno dirottato il grosso alone verso la darsena di Acquamorta e la litoranea costiera di Torregaveta-Fusaro, caratterizzata da ieri mattina da un anomalo e inconsueto colore scuro.
Altra ipotesi allo studio, la mucillagine determinata da una fioritura di microalghe che potrebbe giustificare la gradazione torbida dello specchio d’acqua e l’odore nauseabondo. Una tesi che non convince i residenti. L’emergenza peraltro non sarebbe da attribuire ad uno squarcio delle condutture nel canale di Procida: recenti controlli della guardia costiera non hanno evidenziato lacerazioni.
Secondo Flora Beneduce, vice presidente della Commissione regionale Affari Istituzionali, «la macchia marrone può mettere a rischio la salute del mare e dei cittadini residenti sulla costa, danneggiando l’immagine della Regione Campania e di conseguenza l’indotto derivante dal comparto turistico». Da qui la necessità di comprendere le cause che hanno provocato il disastro e risolvere il problema in tempi rapidissimi.