La protesta dei mitilicoltori e le cozze irrompono al Comune di Bacoli. «La città è morta e qua nessuno se ne è accorto». «La politica pensa che siamo marionette?». Ci sono anche le mamme con i loro figli in braccio ad invocare aiuto. Ci sono i papà che gridano disperati. GUARDA TUTTE LE FOTO
Una quarantina di mitilicoltori si fa largo nell’area riservata al parcheggio adiacente l’ente comunale con tanto di banchetto, ombrellone e cozze e chiedono chiarezza in merito al blocco della vendita delle cozze che ormai si prolunga da due mesi. Si tratta degli operatori di tutta l’Area Flegrea, ai quali da oltre due mesi viene impedito di allevare e commercializzare i prodotti per la presenza del «Virus Epatite A e Norovirus in mitili prodotti e commercializzati all’ingrosso». Il veleno che ha distrutto l’immagine della pregiata cozza bacolese.
Tutto il settore, che tra indotto e lavoratori diretti può contare circa 300 operatori, deve fronteggiare una grave situazione economica e, in attesa delle indennità ( che potrebbero arrivare dalla Regione) per i mancati introiti, tutte le famiglie vicine ai cuzzecari vivono un momento drammatico.
Sul posto è anche arrivato il primo cittadino Ermanno Schiano che, dopo aver assaggiato una cozza cruda assieme ai lavoratori, sta incontrando una delegazione dei mitilicoltori.