Su Il Mattino di stamane vengono pubblicati i dati di un sondaggio sui prodotti alimentari campani che se possibile rendono ancora più drammatica la situazione del comparto agricolo della nostra Regione:
Un dato che sembra ormai confermato. La maggior parte degli italiani non gradisce prodotti provenienti dalla Campania dopo i risvolti e l’attenzione mediatica degli ultimi mesi sulla Terra dei Fuochi. Lo rivela l’ultimo sondaggio realizzato da Datamedia Ricerche, istituto diretto da Natascia Turato, per la trasmissione “A Reti Unificate”. Alla domanda posta agli intervistati – se in seguito agli allarmi contaminazione del suolo avessero deciso di consumare meno prodotti campani – il 74,9% degli italiani ha risposto di sì, il 22,8% di no ed il 2,3% non sa o non risponde. Per il 62,1% degli italiani la responsabilità per la situazione campana è da imputarsi all’illegalità del Sud Italia, mentre per il 34,1% è delle aziende del Nord Italia, il 3,8% non sa o non risponde.
Intanto si cerca di aumentare i controlli e di renderli immediatamente fruibili al consumatore proprio per alleggerire una situazione divenuta insostenibile:
Un codice di sicurezza per conoscere la provenienza e la storia dei prodotti campani. È la risposta della Regione alle speculazioni sui prodotti campani. Un’iniziativa con cui di fatto la giunta crea un marchio ad hoc di tutela di frutta e ortaggi coltivati sul territorio. Per il governatore Stefano Caldoro «i prodotti campani sono assolutamente sani e controllati, molto più di tanti altri Paesi europei». Ma come funziona il codice? Basterà scaricare un’applicazione (Qr-Code) e puntare il proprio cellulare sul prodotto che si sta acquistando, ad esempio una confezione di mozzarella di bufala: così si potranno ottenere tutte le informazioni utili su esami e controlli effettuati. In campo, a tal proposito, il commissario dell’Istituto zooprofilattico Antonio Limone, Confindustria Campania e la Federico II. Al piano hanno già aderito 300 aziende ma l’obiettivo, ha spiegato l’assessore regionale all’Agricoltura Daniela Nugnes, è “coinvolgere in tempi rapidi tutte le imprese del territorio”. Il problema restano i costi degli esami, per i quali gli operatori del settore invocano finanziamenti ad hoc.
Anche il Parlamento prova ad accellerare sulla questione “Terra dei Fuochi”:
Sì dell’aula della Camera al decreto legge emergenza ambientale, che contiene interventi per la Terra dei fuochi e l’Ilva. Il testo passa al Senato che ha solo una decina di giorni per convertirlo.
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