Di Geppino Basciano. Torregaveta – Il Pallone segnala tempesta… attraccate a Baia o Pozzuoli. La straordinaria storia centenaria del pontile, costruito per essere struttura per un sistema di trasporto integrato e che oggi vive il suo tempo peggiore
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Il molo di Torregaveta affoga nel mare; la sua struttura si sgretola, giorno dopo giorno, sotto i colpi incessanti che gli vengono inferti dalle onde d’acque tempestose. Imponenti e Inclementi. Con esso muore un pezzo di storia di un popolo che vive nella minuscola frazione incastonata tra Bacoli e Monte di Procida.
Ci corre l’obbligo di ripercorre il corso della vita di questa fantastica struttura, che reca i suoi visitatori verso il largo e li proietta dove le acque sono limpide e odorose; dove il mare diventa profondo, con suggestivi colori che mutano a seconda del cambiamento del cielo e dell’atmosfera che li avvolge, di tinte che variano al sorgere del sole e al calare di questo.
L’idea di creare il molo di Torregaveta, nacque allorquando, lungimiranti menti , progettarono un sistema di trasporti integrato fra Napoli e le Isole flegree.
Da Montesanto a Casamicciola in meno di due ore. Così nel 1883 la Società per le Ferrovie Napoletana ottenne la concessione dell’esercizio di una ferrovia Napoli Cuma e l’adozione di un’ampia zona di spiaggia a Torregaveta, per la realizzazione di un molo, per l’attracco dei piroscafi diretti a Procida ed a Ischia, in coincidenza con il servizio ferroviario.
Dopo la realizzazione della strada ferrata, la stessa Ferrovia stipulò un contratto con la Società di Navigazione dei Vapori Bianchi, per il trasporto verso le isole di viaggiatori, bagagli, cani e merci.
Fu costruita così la banchina di Torregaveta, di dimensioni ridotte rispetto a quella che vediamo oggi. Sorsero però i primi inconvenienti: a causa dei fondali bassi, i natanti non potevano raggiungere il molo; essi dovevano ormeggiare a circa una cinquantina di braccia dalla costa: così nacquero delle cooperative di barcaioli che al prezzo di cinque centesimi effettuavano il trasbordo.
Col passare del tempo un altro problema venne a galla: l’approdo era esposto al mare aperto, ai venti occidentali di libeccio, di ponente e di maestrale; lo sbarco quindi era subordinato alle condizioni favorevoli del mare.
Sul promontorio di Torregaveta, ancora oggi detto “ncoppo u pallone”, fu realizzata una piccola stazione, con un guardiano, che in caso di procella issava, lungo un palo, un pallone di giunchi. Il vapore proveniente dalle isole, scorto il segnale, veniva dirottato altrove, a Baia o a Pozzuoli..
Superati gli scogli iniziali, le attività di collegamento nautico filarono lisce. Di li a poco, sorsero le prime ditte di trasporto su gomma, che conducevano ai due comuni limitrofi e la località conobbe un periodo di benessere economico, che produsse, tra l’altro, l’apertura di un mercato ittico, la nascita di una fabbrica per il ghiaccio e di alcune trattorie: lavoratori, pescatori e artigiani, impegnati in queste attività, presero a dimorarvi.
Sul finire degli anni cinquanta le autorità locali, decisero di trasformare il molo in un moderno pontile, con luci e corrimano. Purtroppo proprio quando furono terminati i lavori di ampliamento della struttura, il traffico navale prima, il mercato ittico poi, si spostarono a Pozzuoli, località dotata di insenatura naturale e più adeguata e sicura a disimpegnare le attività marittime.
ll pontile infine è stato oggetto di un ulteriore e profondo restauro. Se ne occupò l’assessore al Comune di Bacoli, Antonio Capuano, natio del posto, che si preoccupò di fortificarne i pilastri, lastricare la pavimentazione e decorarlo con luci e panchine. Poi da oltre venti anni null’altro.
Questa è la storia del pontile di Torregeveta, scritta in breve per non tediare le autorità che se ne volessero occupare. Dopo di che non ci saranno più alibi. Per nessuno. Con questa pagina, nella quale viene riassunto la vita del pontile, l’importanza che esso assume nell’animo di chi vive al suo cospetto, lo sgretolio costante, la pietosa agonia causata dall’incuranza, tentiamo di infondere nei cuori di chi manovra le maglie del potere, la necessità che il Pontile di Torregaveta possa ancora essere recuperato e restituito, con decoro, alla cittadinanza.
Geppino Basciano
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