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di Patrizia Capuano fonte Il Mattino
MONTE DI PROCIDA. Residenza gentilizia acquistata dal Comune per realizzarvi un polo storico-culturale, Villa Matarese è da tempo oggetto di opere di restauro. La dimora è costata in totale, considerando anche i lavori di recupero, 3 milioni e 500mila euro che il locale ente pubblico paga con un mutuo ventennale. Una scelta dell’amministrazione Iannuzzi disapprovata sin dall’inizio dalla minoranza consiliare e che ha diviso la città. L’intervento di restyling, iniziato nel 2011, intanto non è ancora terminato. E a riaccendere i riflettori sulla residenza l’opposizione, che ha presentato una interrogazione sulla evoluzione del restauro. Con il documento, rivolto al primo cittadino Francesco Paolo Iannuzzi, si chiede «lo stato dell’arte dei lavori e le difficoltà che hanno determinato i ritardi nel proseguimento delle opere; la data prevista per la consegna e la destinazione d’uso della struttura che ancora rappresenta un onere gravoso sul bilancio del Comune, penalizzando i servizi ai cittadini», come riporta la nota firmata dai consiglieri di Svolta Popolare Leonardo Coppola, Giuseppe Pugliese, Teresa Coppola, Antonio Carannante, Vincenzo Scotto di Santolo e dal consigliere indipendente Salvatore Capuano. I componenti della minoranza, inoltre, nella loro istanza ricordano che «il progetto preliminare per il recupero e l’adeguamento funzionale di Villa Matarese, dell’importo complessivo di 3milioni e 500mila euro, è stato approvato con una delibera di giunta comunale del 22 febbraio del 2007; mentre i lavori, iniziati nella primavera del 2011, sono proseguiti in maniera altalenante, spesso interrotti senza motivazioni apparenti e del cantiere non sono state più fornite utili informative». Il 27 settembre 2012, continua il documento, «in risposta alla interrogazione del consigliere Giuseppe Pugliese, il sindaco rassicurava sulla fine prossima dei lavori di circa 4 mesi. Ma Villa Matarese ad oggi risulta ancora chiusa ai cittadini». Da qui la richiesta indirizzata all’amministrazione, affinché spieghi a che punto siano gli interventi di recupero. Prima di discuterne in Consiglio comunale, un chiarimento giunge dal responsabile del Settore Lavori Pubblici, l’ingegnere Andrea Marasco. «Siamo in attesa di stipulare con la società Eni il contratto per la fornitura di energia elettrica – afferma – Seguiranno poi il montaggio e il collaudo dell’ascensore. A quel punto, nel giro di qualche mese, i lavori saranno definitivamente conclusi e la villa potrà essere consegnata. Le opere di restauro, come da progetto, sono già terminate». Inoltre «pareri del Genio civile e della Soprintendenza per alcune varianti apportate al progetto – riferiscono dal Comune – avrebbero rallentato i lavori e i tempi di consegna». Per un riscontro, dunque, non resta che attendere. La residenza era dell’avvocato Agostino Matarese, storico giurista, la cui figura per Monte di Procida conserva un peculiare valore politico in quanto fu scelto dal «Comitato di Liberazione Nazionale di Napoli», nel 1944, come primo commissario prefettizio montese dopo la caduta del fascismo. La dimora, tra le rare abitazioni gentilizie in area flegrea, custodisce la ricca biblioteca con volumi di gran pregio, la raffinata oggettistica di primo Novecento e affreschi in stile liberty ad ornamento delle volte. Secondo il progetto condiviso dal sindaco Iannuzzi, la villa sarà un «complesso culturale e mira a dotare la dimora immersa in un polmone di macchia mediterranea di biblioteca e sale riservate ad eventi pubblici». L’edificio – su due piani con una superficie di oltre 500 metri quadrati – è circondato da un parco di 3600 metri quadrati