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Museo dei Campi Flegrei aperto anche a Capodanno, riecco i calchi romani in gesso

Patrizia Capuano. Fonte IL MATTINO
BACOLI – Apertura straordinaria a Natale e a Capodanno del museo archeologico dei Campi Flegrei, l’unico che conserva calchi romani in gesso di sculture originali dei grandi maestri greci di età classica ed ellenistica.

Qui, da mercoledì, la Soprintendenza per i Beni archeologici di Napoli e Pompei espone nella prima sala due delle più importanti opere della bottega scultorea dei copisti di Baia: Il gruppo dei Tirannicidi e l’Amazzone ferita tipo Sosikles. «Saranno visibili i frammenti del calco dei Tirannicidi, Armodio e Aristogitone, un’opera tardo arcaica dello scultore greco Antenore (490-480 a.C.), tra cui il rarissimo e celebre volto di Aristogitone e la nuova ricostruzione del gruppo», spiega la direttrice del polo museale, la dottoressa Paola Miniero. Il loro studio, complesso per la frammentarietà e fragilità dei calchi ritrovati, è da attribuire all’archeologa tedesca Christa Hees Landwehr che, nel 2008, ne ha curato l’allestimento nelle sale 50 e 51 del museo. E ha esposto, accanto ai calchi, le ricostruzioni assemblando parti delle copie marmoree più fedeli all’originale.

«I frammenti rinvenuti a Baia sono del tutto equivalenti, a parte la diversità intrinseca del materiale, a originali greci di cui conservano la qualità altissima del modellato. Aspetto che nelle copie romane, anche nelle migliori, risulta irrimediabilmente impoverita», aggiunge la dottoressa Miniero. Il rinvenimento, che risale al 1954 durante gli scavi del Palatium imperiale di Baia, documenta l’attività di un’officina di scultori che tra il I secolo avanti Cristo e il II secolo dopo Cristo possedeva calchi in gesso direttamente ricavati, attraverso una complessa procedura, da alcuni tra i più celebri capolavori greci in bronzo. Questi servivano ai copisti per realizzare statue marmoree per la ricca committenza dell’aristocrazia tardo-repubblicana e degli imperatori che soggiornavano nei Campi Flegrei. I visitatori potranno così ammirare il gruppo dei Tirannicidi e l’Amazzone ferita tipo Sosikles. I Tirannicidi – Aristogitone e Armodio – erano cittadini ateniesi che, nel 514 a.C., invano tentarono di porre fine alla tirannide di Ippia e Ipparco. Essi furono celebrati con un gruppo eseguito dallo scultore Antenore (490 – 487 a.C.), di cui si espongono i frammenti del calco – tra cui il volto di Aristogitone – e la ricostruzione del gruppo proposta dalla Landwehr. I turisti, inoltre, potranno osservare il calco della testa marmorea dell’Amazzone ferita tipo Sosikles, dal nome del copista ateniese che in età giulio-claudia firmò la statua marmorea del Museo Capitolino: è una delle tre diverse figure di Amazzoni che la tradizione attribuisce a Policleto, Fidia e Kresilas per celebrare, nel V secolo a.C., il santuario di Artemide a Efeso.

In esposizione la testa marmorea di età giulio-claudia, rinvenuta a Baia, opera dell’officina scultorea locale che possedeva il modello dell’originale di cui si presenta l’unico frammento pervenuto. La mostra dei calchi, tratti da originali greci in bronzo del V e IV secolo avanti Cristo ora quasi del tutto persi, fu inaugurata nel 1993 nel museo archeologico dei Campi Flegrei che custodisce reperti archeologici suddivisi in 54 sale, di cui sono visibili 47.

La sezione dei gessi, inaccessibile qualche anno dopo, dal giorno di Natale è di nuovo svelata. L’esposizione, mercoledì dalle 11 alle 12, sarà illustrata ai visitatori dalla direttrice del museo, la dottoressa Paola Miniero. Il costo del biglietto, da ritirare entro le 13 al ticket point, è di 4 euro. L’apertura dalle 9 alle 14, con l’ultimo ingresso alle 13.

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