PATRIZIA CAPUANO.Da Il Mattino.
MONTE DI PROCIDA. Rischio idrogeologico, monitoraggio in corso sulla litoranea flegrea: sorvegliati speciali il costone di Acquamorta, il tratto compreso tra Capo Miseno e Poggio, Punta Epitaffio. Screening inoltre lungo la linea di costa sovrastante la Baia dei Porci, in cui lo scorso 27 ottobre si è verificato un cedimento.
Qui sono stati eseguiti saggi di rocciatori per esaminarne la stabilità e delineare, in sinergia con la Provincia, un progetto di messa in sicurezza. Intanto, nello specchio acqueo antistante, è in vigore da tempo una ordinanza di interdizione adottata per motivi di sicurezza dall’Ufficio circondariale marittimo di Pozzuoli. Nella zona superiore, su disposizione del Comune, resta offlimits una parte dei terreni privati interessati dal crollo, determinato dal distacco dalla parete di detriti friabili che hanno sommerso la spiaggia.
Causato principalmente dalla erosione marina e dalla alterazione superficiale delle rocce piroclastiche, il fenomeno riguarda tutti i costoni sul mare. E per contrastarlo si rendono necessari periodici interventi di salvaguardia e di valorizzazione della litoranea rocciosa. A Monte di Procida – per il 20% in una zona R4 e quindi a rischio geomorfologico molto elevato – peraltro è allerta in alcune aree di Montegrillo, Marina di Torre Fumo e via Roma per un edificio a picco sul vuoto.
Su una parte dei costoni di Acquamorta, adiacente il tratto ceduto, e a Torregaveta lo scorso anno sono state eseguite opere di ingegneria paesaggistica, da estendere secondo i cittadini anche ad altre zone vulnerabili. Ma l’attenzione, con le piogge in corso, è alta in tutto il comprensorio. A Bacoli, l’altra mattina si è svolto dal Poggio al promontorio di Capo Miseno un sopralluogo di esperti della Provincia su richiesta di associazioni ambientaliste. «Il tratto di costa, composto di piroclastiti risulta eroso alla base – afferma Alessandro Parisi, presidente del Comitato Poggio – I tecnici hanno individuato, come primo intervento di manutenzione ordinaria, il disgaggio delle rocce pericolanti ed il rinforzo al piede del costone. La seconda fase dovrebbe prevedere un consolidamento della costa con reti metalliche».
Tempi ancora lunghi infine si prospettano per la messa in sicurezza del Poggio, interessato cinque anni fa da una frana. I 500mila euro stanziati sarebbero insufficienti, si attende un finanziamento regionale che aumenti la somma a 600mila euro.
Patrizia capuano www.ilmattino.it