PATRIZIA CAPUANO DA www.ilmattino.it. Foto Mario Carannante
BACOLI. Serrata dei commercianti e manifestazione pubblica contro i rifiuti tossici: in piazza le città di Bacoli e Monte di Procida per il corteo «Bacoli non deve morire», che si è snodato nel pomeriggio dal Fusaro a Torregaveta a tutela della salute pubblica.
La marcia è partita da piazza Rossini, adiacente il parco borbonico e la casina vanvitelliana, quali luoghi simbolo che sintetizzano la ricchezza del sostrato storico-naturalistico dell’area flegrea. Promossa dall’associazione Freebacoli con altri gruppi e i partiti di centrosinistra Pd, Svolta Popolare e Sel, vi hanno aderito comunità parrocchiali, scuole, associazioni sportive, famiglie, bambini, anziani. In circa duecento hanno percorso la periferia cittadina per dire «Si alla vita e no ai tumori», lo slogan dei partecipanti che reclamano peraltro l’individuazione e la bonifica di eventuali siti contaminati da rifiuti tossici e l’attivazione del Registro tumori, istituito lo scorso luglio dall’Asl Na2 Nord ma finora non operativo.
«È un corteo di riscatto ma anche di lutto per il nostro territorio – afferma Josi Gerardo Della Ragione di Freebacoli – una manifestazione che coinvolge i cittadini senza alcun colore politico. È tempo di lanciare un messaggio a chi non ascolta, Bacoli vuole vivere. Il corteo termina a poche decine di metri dalla discarica in via Spiagge Romane, ma il grido è lanciato in ogni angolo del territorio».
Intanto la Procura della Repubblica di Napoli avrebbe aperto una indagine a seguito delle dichiarazioni dell’ex assessore di Monte di Procida, Raimondo Mancino, secondo cui tra il 1973 e il 1993 sarebbero stati versati rifiuti illeciti in località Acquamorta e in alcune cave montesi. L’ex amministratore è stato ascoltato dai carabinieri, che avrebbero eseguito stamane un primo sopralluogo dei siti indicati quali depositi di sostanze tossiche. Ma tutto il comprensorio flegreo è mobilitato a salvaguardia della salute e dell’ambiente. Domani mattina, alle 10.30, è in programma un’assemblea a Quarto – nella Cava del Castagnaro in località Montagna Spaccata – per vigilare la tutela del territorio.
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