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La Sepsa ha istituito il numero verde. Ma nessuno lo sa.

Torregaveta. La Sepsa ha istituito il numero verde. Ma nessuno lo sa. Né sui convogli, né sulle stazioni, né alle fermate dei treni è stato messo alcun cartello recante il nuovo servizio offerto all’utenza. Purtroppo occorre registrare che neanche gli addetti ai lavori lo sanno. Capitreno, capistazione, operatori di stazione, macchinisti, l’intera brigata, ne è allo scuro.
Un numero verde creato per essere fine a se stesso. Mi spiego. Dopo la fusione delle tre aziende ferroviarie, la Sepsa, la Circumvesuviana e Metrocampania Nordest, è risultato un numero esponenziale di lavoratori, nel ruolo di impiegati, in soprannumero. Frutto, peraltro, della politica clientelare fatta ai tempi di Bassolino, che ha retto, in qualità di Governatore, la Regione Campania.
Con l’arrivo di Polese, il nuovo Amministratore di EavCampania, la società che ha accorpato le tre aziende sopra menzionate, si è dato corso ad una nuova ridistribuzione del personale, spostando i lavoratori in eccesso, in altre categorie. Così è stato inventato anche il numero verde, a cui rivolgersi in caso di necessità. Purtroppo di questa opportunità lo sanno soltanto loro: i due direttori del personale di quella società e chi occupa quel posto di informazione. Il resto dei passeggeri ne è allo scuro e, nel caso in cui ci fosse l’ arresto della circolazione, o guasti agli elettrotreni , essi continuano a vagare nell’incertezza.
Già, è stato inventato il numero verde. Un’azienda che si rispetti e che la propria attività la svolge attraverso il rapporto con un gran numero di clienti, la prima cosa da fare è quella di curarne l’informazione. Che proprio questa azienda non fa.
Non è raro, infatti, vedere un utente sul marciapiede di una stazione in attesa del treno; se quel treno non dovesse passare, per qualche improvviso motivo, il poveretto rimarrà là, ad aspettare, fin quanto le forze glie lo consentiranno: nessuno gli darà notizie: le biglietterie sono state chiuse, i capistazione sono scomparsi, non ci sono annunci fatti attraverso gli altoparlanti. Ma, invero, non ci sono neanche gli altoparlanti.
A quanto pare questa azienda ferroviaria pare che non tenga in assoluta considerazione le esigenze dei passeggeri, che sono la sua fonte di guadagno, ma si preoccupa solamente dell’organizzazione interna della società: così la creazione del numero verde è servito a dare una sedia ed una scrivania al lavoratore in eccesso, senza che EavCampania si fosse preoccupata di farlo sapere in giro.
Dunque l’EavCampania ha un considerevole numero di unità in soprannumero, pagati con i soldi dei contribuenti; assunte senza concorsi. Che costano alle tasche del cittadino all’incirca 5.200.000 euro l’anno. Soldi tolti all’acquisto dei pezzi di ricambio, e di quant’altro necessita per il buon funzionamento del trasporto pubblico locale.
Chissà poi quanto costerà mantenere il management di EavCampania, diventato di dimensione ciclopica, profumatamente pagato: oggi con i soldi dei contribuenti: domani, poi, quando questi signori saranno in quiescenza, diverranno i titolari delle cosiddette “pensioni d’oro”, di cui tanto si parla e ma che nessuno si preoccupa di porre dei limiti.
gb

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