A marzo l’ultimo controllo sul pullman. Quasi certo il cedimento strutturale. Sotto accusa anche il guardrail. Schianto a 100 all’ora: “Barriere concepite per le auto”.
AVELLINO – L’autobus era stato revisionato a marzo, ma era sull’asfalto da 18 anni e quasi certamente ha avuto un cedimento strutturale che ne ha fatto perdere il controllo all’autista. Le barriere laterali dell’autostrada erano a norma, ma si tratta di strutture “concepite per ammortizzare gli urti delle auto”, come spiega Autostrade per l’Italia, dunque idonee solo entro certi limiti ad assorbire l’impatto con mezzi pesanti. Partono da qui, gli interrogativi che accompagnano la tragedia consumata domenica sera al chilometro 32 dell’A16, quando il pullman con a bordo 48 persone, proveniente da Telese e diretto a Napoli, è precipitato giù da un viadotto dopo essersi scontrato, alla velocità presunta di 100-110 chilometri orari, con il “new jersey” posto a protezione del lato destro della carreggiata. Solo 10 i superstiti.
Un pezzo di trasmissione rinvenuto lungo l’autostrada è risultato compatibile con il veicolo. Sarebbe dunque questo, il problema tecnico che ha danneggiato i freni, rendendo incontrollabile il bus, che fino a quel momento aveva rispettato il limite di velocità. Ma il guasto si poteva evitare? Il veicolo, ha reso noto la Direzione dei trasporti, era del 1995, ed era stato immatricolato nuovamente nel 2008. “Risulta che abbia percorso 900mila chilometri e che abbia passato una revisione a marzo scorso”, ha sottolineato ieri il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, che dice di aspettare “con forza una relazione su come sia stata fatta quella revisione” e invita a “lavorare molto sul pullman, che non frenava più”. Ed è questo uno degli aspetti centrali dell’inchiesta della Procura di Avellino, che indaga per omicidio colposo plurimo e disastro colposo.
Gli investigatori della Polstrada diretta dal vice questore Salvatore Imparato e dal comandante Giuseppe Salomone hanno preparato una prima informativa sull’accaduto. Nelle prossime ore sarà eseguita l’autopsia sul corpo senza vita dell’autista del pullman, Ciro Lametta, allo scopo di accertare se l’uomo, un esperto del settore, sia stato colto da malore e verificare, come da prassi, se avesse assunto alcol o altre sostanze prima di mettersi alla guida.
I pm Cecilia Annecchini e Adriano Del Bene, titolari del fascicolo con il procuratore Rosario Cantelmo, preparano gli avvisi di garanzia. Si tratta solo di atti dovuti, in questa fase dell’indagine, che potrebbero riguardare fra gli altri Gennaro Lametta, fratello del conducente con il quale gestiva l’attività di trasporti, ma anche personale del comparto autostradale. La procura intende infatti estendere lo spettro degli accertamenti anche alla sicurezza del tratto di strada dove si è verificato il drammatico incidente, il peggiore degli ultimi sessant’anni.
Il nodo principale riguarda il “New Jersey” che non ha retto allo schianto con l’autobus. Su questo aspetto, ieri pomeriggio, ha provato a fare chiarezza Autostrade per l’Italia, dopo aver ribadito di essere pronta a “collaborare attivamente” nella ricerca della verità. Queste barriere, si legge in una nota, “sono state concepite per ammortizzare al meglio gli urti delle autovetture, che costituiscono la stragrande maggioranza degli urti. Per tale motivo, le barriere laterali non sono costruite con muro rigido, che sarebbe l’unico idoneo a resistere a tutti gli urti, ma con elementi collegati tra di loro, appoggiati alla pavimentazione
e fissati ad essa con perni che devono permettere lo sganciamento di qualche elemento in caso di urti particolarmente forti”. E se lo scontro avviene con un mezzo pesante? In questo caso, spiegano dalle Autostrade, “le barriere sono idonee a resistere solo entro certe angolazioni di impatto ed entro certi limiti di velocità perché – evidenzia la nota – una maggiore rigidità sarebbe molto pericolosa per gli automobilisti in caso di urto violento-
fonte www.repubblica.it