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LA CILIEGIA E I CAMPI FLEGREI “CERASUNTE”

A Cerasunte arborem cerasum appellavit et inde Romam vexit. Inter omnes constat Italis cerasum gratissimam fuisse.”

Nel XV libro della Naturalis Historia Plinio il Vecchio narra che i ciliegi non esistevano in Italia prima della vittoria di Lucullo su Mitridate nell’anno 680 dopo la fondazione di Roma.

Frequentatore della zona flegrea nel I° secolo a.c., Lucio Licinio Lucullo, più noto come Lucullo, aveva casa a a Baia, Miseno e Napoli. Ogni sua casa era corredata di roboraria, (recinto per allevamento di animali selvatici) e di vivaria (piscina marittima per l’allevamento di pesci).

Egli è passato alla storia soprattutto per la sua grande passione verso il cibo e l’arte del banchettare. e “luculliano” è definito il pasto particolarmente ricco e abbondante, in ricordo dei banchetti fastosi con cui il ricchissimo aristocratico intratteneva i suoi amici.

Verrebbe quindi da pensare a Lucullo come un grassoccio uomo perduto nel cibo e nel vino. Ma ciò è inesatto in quanto l’uomo fu un valoroso generale romano che si distinse per la sua profonda cultura e le qualità di comandante militare.

Dopo aver sconfitto il re del Ponto (Sul Mar Nero) Mitridate che impegnò Roma per un quarto di secolo dall’88 al 63 a.c., Lucullo visse tra la villa di Roma e quelle della zona flegrea.
Ed è proprio nella zona flegrea che Lucullo importò in in Italia da dove si diffusero velocemente lungo la penisola e il continente europeo fino a raggiungere la Britannia i primi alberi di ciliegie , frutti conosciuti dal generale romano a Cerasunte (dal greco Κερασοῦς, latino Cerăsus), oggi Giresun, antica città marittima delle coste settentrionali della Turchia, sul Mar Nero.
Racconta ancora Plinio il Vecchio dell’esistenza di varie qualità di ciliegio dividendole in aproniane, lutezie, giuniane e ceciliane, mentre nei Campi Flegrei, e poi nell’intera Campania, cresceva la ciliegia Pliniana, soda e rossa.

Il legame tra questo rosso frutto saporito e la zona flegrea è dunque molto stretto perché è dalle nostre terre che questo albero è partito per la conquista dei palati dei cittadini italiani ed europei.

fonte www.ortiflegrei.it

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