Brutte, anzi, pessime notizie per l’high tech italiano; i vertici di Selex Es, la corporation che riunisce le attività legate all’elettronica per la difesa del gruppo Finmeccanica, avrebbero infatti deciso di chiudere ben 22 sedi nella Penisola e di registrare oltre 2.500 esuberi. Una decisione che interessa da vicino anche l’area a nord di Napoli dove si trovano due sedi dell’azienda, una a Giugliano nella zona industriale e una a Bacoli. Sul piede di guerra i sindacati Dopo l’annuncio di 2000 esuberi e della chiusura di 22 siti in Italia da parte di Selex Es, si è svolta l’assemblea sindacale. I lavoratori Selex Es, ascoltata la relazione dei delegati sindacali sull’incontro tra direzione aziendale e coordinamento nazionale FimFiom-Uilm del 5 aprile scorso, hanno scelto di rimanere in assemblea per sviluppare un partecipato dibattito per circa tre ore, al termine del quale hanno avanzato le seguenti richieste: sostanziale riduzione degli esuberi, anche con utilizzo di ricollocazioni e riqualificazioni interne; approfondire il Piano Industriale con maggiori dettagli sulla situazione attuale e sulle prospettive future; azzerare i pagamenti di premi individuali e benefit; gestire le eccedenze attraverso strumenti solidali; azzerare il ricorso a prestazioni lavorative oltre il normale orario di lavoro, essendo queste incompatibili con una dichiarazione di esuberi e Cigs. I sindacati si impegnano a mettere in campo tutte le iniziative proposte dai lavoratori, condividendole con gli altri siti Selex Es, affinché queste richieste vengano accolte. Anche la politica è in fermeto “L’annuncio di quasi 2000 tagli negli stabilimenti Selex in Italia è un colpo durissimo e inaccettabile”, affermano da Pd provinciale. A Napoli, Bacoli e Giugliano la Selex ha importanti stabilimenti che costituiscono un patrimonio di produttività, di conoscenza e professionalità di fondamentale importanza per l’hi-tech italiano. “La gestione di Finmeccanica e dei Governi nazionali degli ultimi anni è stata debole e approssimativa. Già è in atto la mobilitazione dei lavoratori che hanno il nostro pieno sostegno. Noi ci batteremo per impedire speculazioni e scelte sciagurate che penalizzino uno dei più importanti presidi industriali del Paese e della nostra Provincia”, afferma Cimmino del Pd. Già nelle prossime ore saranno prodotti gli atti istituzionali dovuti e si terrà venerdi 12 aprile un incontro dei parlamentari e dei consiglieri regionali per definire le ulteriori e indispensabili iniziative. “Questa vicenda , così seria e drammatica, conferma la necessità di una svolta nelle politiche economiche nazionali e un salto di qualità nell’azione istituzionale della Regione Campania”, ha concluso Cimmino
fonte www.internapoli.it
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