Confermata la sentenza di Fallimento per Eavbus. Contrazione del Servizio e decurtazione degli stipendi; Assunzioni clientelari e Sindacato inefficiente, le cause del disastro.
Con la conferma da parte del Tribunale di Napoli della sentenza di fallimento dichiarata per Eavbus,si aprono nuovi interrogativi sia sul piano della mobilità che di quello occupazionale.
Come si ricorderà la società che presta il servizio di trasporto su gomma in un ampio bacino regionale e in particolare nei comuni flegrei, fu dichiarata fallita nel novembre scorso.
La Società in un estremo tentativo di salvezza presentò un ricorso volto a scongiurare la bancarotta
La documentazione è stata attentamente vagliata dal Tribunale Fallimentare di Napoli, che ha reso noto proprio in queste ore di avere rigettato il ricorso .
Dunque si riapre un’ulteriore fase di crisi del trasporto pubblico locale che potrebbe interessare l’utenza dei nostri comuni a partire dal prossimo mese di giugno, quando, esaurito il contratto di fitto di ramo d’azienda, l’ex Eavbus, si troverà senza gestione.
Sono intanto molte le ipotesi messe in campo in questi giorni sul futuro dell’ex Società di Via Nuova Agnano e dei propri dipendenti, che auspicano di rimanere proprio presso Eav la holding del trasporto regionale alla quale è stato dato in comodato la gestione del servizio. Intanto si fa largo anche l’ipotesi, più volte pronunciata dal coordinatore provinciale di Futuro e Libertà Pietro Diodato, che Eavbus potrebbe finire ai privati. Un approdo questo pilotato artatamente per favorire appetiti esterni ? Noi crediamo semplicemente che si tratta di negligenza da parte di funzionari incompetenti.
Intanto questi funzionari che hanno messo alle corde la Società e il pericolo occupazionale, continuano a manovrare i fili del potere. A scandire ordini. A rappresentare la Società. Ad avere rapporti nelle sedi istituzionali. Quando da più parti si è invocata l’apertura di una commissione di inchiesta per fare luce sulle circostanze che hanno portato al fallimento, avvenuto in maniera alquanto inspiegabile.
La bancarotta di Eavbus, non è altro che il fallimento di una politica del trasporto regionale, con conseguenze pesantissime che ricadono sull’utenza intera e sui lavoratori del settore stesso.
Quando si parla di politica del trasporto non ci sentiamo di escludere nessuno. Sono tutti coinvolti; dai partiti politici che hanno avuto un ruolo primario in Regione, ieri ed oggi; ai sindaci locali ; al codazzo dei rappresentanti sindacali.
Già il sindacato. L’istituzione che si dovrebbe occupare di tutelare i lavoratori ha lasciato in questi mesi allo sbaraglio operai, autisti ed impiegati: al pericolo di perdere il posto di lavoro.
I sindaci interessati dalla drammatica situazione della mobilità dei propri cittadini sono stati rauchi e sterili negli interventi posti nelle sedi Istituzionali.
Gli assessori regionali, quelli di ieri, meritano un capitolo speciale.
Con Bassolino e Cascetta (ex assessore regionale ai trasporti), l’Eav, l’organismo che in passato un coro di voci ne aveva invocato lo scioglimento in quanto ritenuto ente inutile, ha preso forza e vigore. E’ diventato un calderone politico; organismo utilizzato per le assunzioni clientelari e che hanno influito pesantemente sul buco di bilancio di 500 milioni di euro. Assunzioni che hanno interessato parenti, amici e collaboratori di Cascetta, congiunti di consiglieri regionali, di assessori comunali di Napoli, di funzionari della Motorizzazione. Nonché i figlie dei direttori delle stesse aziende appartenenti alla holding. Direttore della Sita. Assunzioni eseguite senza titoli ed esami, contro precise norme di legge che impongono, per le aziende in cui lo Stato, la Regione ed i comuni sono a partecipazione, bandi di concorso pubblici e prove comparative. Responsabili di settori di Eavbus, sono proprio apparentati con queste persone. I Risultati non hanno bisogno di alcun commento
Ora a pagare la punizione di questo disastro sono i lavoratori del settore e gli utenti.
I primi già hanno dovuto sottoscrivere i contratti di solidarietà con la decurtazione degli stipendi, i secondi dovranno affrontare tempi ancora più difficili per una ulteriore contrazione del servizio.
Per quanto concerne i contratti di solidarietà si tratta di un espediente volto a limitare o scongiurare i licenziamenti; infatti risulta fra le carte in mano al Professor Sergio Vetrella , assessore regionale ai trasporti , che le consistenze numeriche dei lavoratori sono superiori alle reali necessità aziendali. Direttori ed amministratori del passato hanno determinato questa situazione di sovraffollamento. Perché , ci chiediamo, oggi a pagarne le conseguenze di questa politica clientelare debbano essere proprio i lavoratori ? Ma soprattutto dove è stata l’Organizzazione sindacale (filtCGIL-CISLtrasporti- UILT) che avrebbe dovuto vigilare su queste operazioni e che si sono rivelate disastrose? A noi non ci resta che riportare altri capitoli del disastro trasporti del passato ed eventuali ulteriori sviluppi.
Geppino Basciano
26 aprile 2013