Bacoli. Buche, crepe e continue vibrazioni. Ma anche un incessante inquinamento acustico ed ambientale, di polveri tossiche, a causa del passaggio ininterrotto di pullman, tir e camion di grosse dimensioni. Non c’è pace per le famiglie residenti in via Giulio Cesare, che da anni sono costrette a fare i conti con problematiche “fantasma” per gli Enti comunali e sovracomunali, ma non per loro. Il traffico pesante che assilla la provinciale ha finito per far perdere la pazienza a residenti ed esercenti commerciali che hanno le proprie abitazioni o attività che affacciano proprio lungo la strada che mette in collegamento la frazione di Cuma con quella di Torregaveta, non lontano dal promontorio di Baia interessata dal transito di decine di mezzi di grossa cilindrata ogni giorno. A nulla sono valse, in questi anni, le sollecitazioni con carta e penna indirizzate sia al Comune di Bacoli che alla Provincia di Napoli affinché vengano adottati tutti gli interventi che la situazione richiede ritenendo gli enti responsabili di ogni danno che ne deriva. Istanze di intervento con allegate relazioni tecniche ed indagini strutturali finite, con ogni probabilità, nel dimenticatoio da parte delle istituzioni susseguitesi nel tempo. “Ogni volta che la strada è percorsa da mezzi pesanti o dai bus, le case tremano”, segnala oramai esasperato il signor Massa, esercente di un’attività commerciale in loco. “Soltanto poco tempo fa – ricorda Massa, residente al piano superiore del proprio negozio – ho ristrutturato la mia abitazione rinforzando i muri perimetrali. Nonostante ciò, al passaggio di numerosi automezzi, con il loro peso, i muri tremano. Se poi si aggiunge che proprio davanti casa il fondo stradale è sconnesso, le vibrazioni si moltiplicano a dismisura”. Il signor Massa, ritiene insomma di essere in pericolo, lui e i suoi familiari e vicini di casa e non riesce a spiegarsi perché nessuno intervenga “almeno con seri provvedimenti-tampone”. Questo perché, in effetti, di tanto in tanto qualche “rattoppo” sul manto stradale, almeno sino a qualche anno fa, veniva effettuato. Ad oggi, neppure quello. “Diversi sono i cantieri che in passato venivano aperti ogniqualvolta si formava una voragine ma, puntualmente, bastava un po’ di pioggia per rendere il manto stradale ancora più dissestato e pericoloso di come era prima”, sottolinea il residente. “La carreggiata è una vera e propria strada gruviera, pericolosissima per automobilisti, motociclisti e per gli stessi pedoni, specie durante le giornate di pioggia quando le buche si trasformano in pozzanghere d’acqua e nelle ore notturne, a causa di un impianto di illuminazione pubblica funzionante a singhiozzi”, sottolinea un altro fusarese. A ciò si aggiunge, come anticipato, la fastidiosissima vibrazione all’interno delle abitazioni private al passaggio dei mezzi pesanti. Tanto più grandi sono i mezzi che passano sulla strada tanto maggiore è il fastidio avvertito dalle famiglie. “Chi non conosce il problema come postini, fattorini, visitatori occasionali, scambia ogni volta il tremolio per un evento sismico”, assicura una donna. Tuttavia, la strada “sotto accusa” è provinciale, quindi non di competenza del Comune di Bacoli. Ma neppure, quest’ultimo, può chiudere gli occhi innanzi alle innumerevoli istanze presentate dai residenti in zona nel corso degli anni. Tutta la cittadinanza soffre del disagio provocato dai “bisonti” della strada che, oltretutto, sfrecciano a velocità incontrollata, complice la totale assenza di controlli da parte dei Vigili Urbani nel quartiere di periferia, lontano dal centro storico del paese. “Se non è possibile effettuare un’operazione di ristrutturazione e riqualificazione ‘ex novo’ del manto stradale, o trovare una soluzione viabilistica alternativa, chiediamo almeno che provvedano ad installare segnali ed apparecchiature di riduzionedella velocità che obblighino i veicoli pesanti a percorrere l’arteria a 20 o al massimo a 30 chilometri all’ora, gli stessi che si vedono del resto in altri paesi limitrofi, ma anche in diverse zone del centro flegreo”, suggeriscono ancora i cittadini intenzionati ad agire legalmente nel caso in cui il Comune non si faccia carico di questa problematica presso l’Ente provinciale. Dal desolante quadro che ne emerge, dunque, sarebbero a rischio l’incolumità dei cittadini, oltre che la salute, e l’integrità di tutti gli edifici storici che costituiscono, tra l’altro, l’essenza stessa della strada di accesso al più piccolo dei centri flegrei, Monte di Procida. E, così, il battagliero esercente conclude: “Al di là del traffico veicolare e delle vibrazioni alle quali pur ci si potrebbe abituare, non si può restare indifferenti di fronte alle conseguenze prodotte soprattutto da queste ultime che fanno tremare le strutture portanti della mia abitazione rendendola praticamente instabile e, con essa, anche le case dei miei compaesani”. E, a dimostrarlo, ci sono le crepe sui muri.
Melania Scotto d’Aniello (“Il Corriere Flegreo”)
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