Il redditometro lede la privacy degli individui. È quanto deciso da una sentenza della sezione di Pozzuoli del tribunale di Napoli. La Corte aveva accolto l’appello di un cittadino puteolano, per la precisione un pensionato, che temeva proprio di subire una invasione nella propria sfera privata a causa di questo nuovo strumento previsto dal governo.
Il redditometro, infatti, permette al Fisco di accertare il reddito di un cittadino tramite l’analisi delle sue spese. In base al possesso di determinati beni, che rappresentano un indicatore specifico del presunto livello di reddito di un individuo, il Fisco può indirettamente capire se entrate ed uscite sono compatibili col reddito dichiarato.
Il pensionato di Pozzuoli lamentava il rischio che si possano conoscere aspetti troppo personali della vita di una persona tramite questo strumento. Il giudice Antonio Lepre ha accolto e giudicato fondate le sue richieste e, in questo modo, ha anche creato un precedente giurisprudenziale che sicuramente sarà foriero di polemiche.
La motivazione del Tribunale è la seguente:
La soppressione definitiva del diritto del contribuente e della sua famiglia ad avere una vita privata, a poter gestire autonomamente il proprio denaro, a essere quindi libero nelle proprie determinazioni senza dover essere sottoposto all’invadenza del potere esecutivo, senza dover dare spiegazioni e subire intrusioni su aspetti anche delicatissimi della propria vita privata, quali la spesa farmaceutica, l’educazione e mantenimento della prole, la propria vita sessuale
Insomma, il Redditometro è entrato in vigore solamente il 4 gennaio scorso e già sta avendo vita difficile.
fonte www.napolike.it