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COSTA CONCORDIA. ANCHE TORREGAVETA ORGANIZZO’ I SOCCORSI PER UN NAUFRAGIO

Oggi , nell’Isola del Giglio si rievoca il naufragio della Costa Concordia. Forse non tutti sanno che anche Torregaveta è stata testimone di un analogo incidente. Quarantacinque anni fa, un aliscafo partito da Ischia, fini sugli scogli della piccola frazione bacolese. Tutti salvi i passeggeri,per i soccorsi tempestivi, organizzati spontaneamente dai barcaioli locali.

Un disastro questo che avrebbe potuto avere un epilogo funesto e causare decine di vittime, ma la buona sorte aiutò passeggeri ed equipaggio.

L’aliscafo partì da Ischia intorno alle 21 e 30. Era il mese di agosto e la visibilità in mare era scarsa. A bordo c’erano un centinaio di persone: famiglie che rientravano a Napoli dopo una giornata al mare.

Il personale addetto alla navigazione, a causa dell’aria brumosa, perse la rotta, e anziché navigare verso Napoli si diresse verso la Spiaggia romana.

L’imbarcazione, viaggiava a velocità spedita. Il molo di Torregaveta brulicava di gente, che muta e incredula, assistette alla insolita traiettoria del natante; infatti è improbabile vedere in quello specchi d’acqua percorso da un aliscafo e per di più ad alta velocità. Gli astanti stettero col fiato sospeso vedendo che l’imbarcazione si dirigeva verso un grosso ostacolo che emerge impetuoso fuori dall’acqua: lo scoglio che gli abitanti locali chiamano dei “Vichinghi”. Fortuna volle che il timoniere accortosi di trovarsi di fronte ad un muro roccioso, virò bruscamente. Diversamente l’aliscafo si sarebbe schiantato contro questo elemento che affiora poderosa dal mare. Proseguì incerto. Più avanti, dopo circa duecento metri, lo scafo batté contro altri scogli (le Chiane) che ne dilaniò lo scafo.

Dal molo di Torregaveta, partirono tutte le barche attraccate; dalla spiaggia furono fatte scivolare in mare altre lance disponibili. In breve tempo una ventina di natanti erano diretti sul luogo dell’incidente.

I soccorritori si accorsero subito che l’aliscafo imbarcava acqua: gli occupanti erano in preda al panico; alcuni già erano in mare; altri a bordo, avevano indossato i giubbotti di salvataggio.

Furono, fatti salire sulle barche e condotti prima sulla spiaggia, poi da qui alla stazione della Cumana, dove il personale ferroviario, aveva preventivamente organizzato un treno di soccorso; infatti, l’ultimo treno in partenza per Fuorigrotta, fu soppresso e fu organizzato, dopo il recupero di tutti i naufraghi, un treno straordinario per Montesanto, anche per trasferire all’Ospedale Pellegrini alcuni feriti.

Tutto si risolse bene per quel centinaio di turisti a bordo dell’aliscafo fuori rotta. Grazie allo spirito di iniziativa e alla generosità che da sempre alberga nell’animo degli abitanti del posto, oggi possiamo raccontare senza angoscia questo fatto che privo di un repentino intervento, e con tanta ma tanta fortuna (l’avere sfiorato il massiccio scoglio dei “Vichinghi) avrebbe avuto un epilogo diverso.

Geppo

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