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VICENDA EAVBUS. IN ATTESA DEL VERDETTO FINALE, I MEZZI ESCONO DAI DEPOSITI

Gli autobus sono usciti dai depositi. I conducenti di linea con responsabilità hanno coperto regolarmente i propri turni di servizio, mettendosi alla guida degli autobus resi disponibili. LO faranno anche questa mattina; col fiato sospeso; con gli occhi rivolti alla Sede della Regione Campania dove è previsto il tavolo tecnico per salvaguardare l’utenza e l’occupazione.
L’utenza è vasta; sono interessati alla vertenza i bacini flegrei, quelli di Ischia e Procida; nonché l’intera penisola sorrentina; l’entroterra nolano e poi le province di Benevento e di Avellino. I lavoratori occupati nell’azienda sono circa 1300. L’indotto è rappresentato da circa 1.500 entità. Dunque le conseguenze di un eventuale fallimento potrebbe rappresentare un’ecatombe, sia di tipo economico che sociale.
E lo hanno compreso finalmente anche i vertici regionali, infatti la riunione di questa mattina sarà presieduta proprio dal governatore Stefano Caldoro; saranno presenti gli assessori Vetrella (Trasporti) e Nappi (Lavoro), L’amministratore Unico dell’Ente Volturno il Professor Nello Polese, il liquidatore di Eav Bus Paolo Como, i sindacati di categoria. Si parla di elaborare un documento nel quale, tra l’altro, si chiede di avanzare alla curatela la proposta di affitto d’azienda.
Come si ricorderà giovedì scorso alle 17 e 30 è scattata la procedura fallimentare nei confronti di Eavbus, la cui vicenda è stata definita “ fumosa”, poiché Il Tribunale avrebbe notificato l’avvio della procedura fallimentare all’azienda, ma gli uffici di Agnano dichiarano di non saperne niente. Intanto, nelle stanze della sede legale della Società c’è tensione; si barcolla nel dubbio. Regna il silenzio. Chi invece ha voglia di parlare sono i gli autisti. “Eavbus, non può fallire”- sbotta Giacobbe, operatore di esercizio del deposito flegreo . – “Mi chiedo il motivo per il quale nei mesi scorsi gli utenti chiedevano più corse, perché i mezzi erano insufficienti; zeppi . Oggi, all’improvviso, questi autobus non servono più. Si può comprendere il fallimento d i una ditta che produce beni, e il cui prodotto, per motivi di concorrenza , non ha più mercato. – Precisa ancora Giacobbe – Non si comprende il fallimento di questa azienda che ha il monopolio di trasporto e che viaggia a pieno carico.”
“Il presupposto per il fallimento lo ha creato chi ha amministrato negli anni questa azienda.- Afferma Vittorio – Coloro che hanno speso, nella convinzione che la Regione fosse sempre il Pozzo di San Patrizio. Con questi Signori se la devono prendere – Sbotta vibrando l’indice verso l’alto. – Noi il nostro dovere lo abbiamo sempre fatto, scendendo alle tre del mattino per fare il servizio”. Conclude l’autista.
A rinforzare il discorso ci pensano gli utenti. Giovanna è impiegata presso uno studio notarile. Tutti i giorni è costretta a viaggiare da Bacoli a Napoli. “ E’ una tragedia – afferma la donna – . La circolazione privata in centro è stata messe alla gogna da accessi proibiti, ZTL, divieti di sosta, piste ciclabili e sentieri pedonali. Transenne che ci impediscono di venire in città. Siamo esasperati, l’ultima e sola speranza è il mezzo pubblico, diventato un’esigenza primaria della collettività. Oggi più di prima. Togliamocelo pure, dunque, torniamo all’età feudale.”
E’ fallimentare anche l’attività consortile, sorta con la precedente Giunta regionale, quella che faceva capo a Bassolino e a Cascetta. Che, nelle intenzioni di risparmiare, ha tolto i bigliettai. Questi sono stati ricollocati in altri settori (in soprannumero) lasciando i mezzi privi di controllo; esponendo il trasporto all’evasione del titoli di viaggio, con la conseguenza di mancati introiti. Male anche la ridistribuzione degli incassi del biglietto unico : qualche azienda ne ha tratto i benefici altre sono finite in profondo rosso come Eavbus.
Dunque un fallimento le cui responsabilità sono da ricercare al di là della mura aziendali e che i lavoratori non possono diventare i capri espiatori degli errori altrui.
Quindi in questa triste giornata uggiosa di pieno autunno si è col fiato sospeso. Col naso all’insù, a scrutare le stanze di Via Santa Lucia, dove nella tarda mattinata si dovrebbe conoscere l’esito del tavolo tecnico; per sapere se dovremmo continuare a viaggiare con le autocorriere o arrangiarci con l’auto privata, e fare i conti coi divieti, arrancare nel traffico urbano e dissanguarci con i continui aumenti del carburante.
Geppo
19 novembre 2012

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