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Pesca abusiva nel porticciolo di Acquamorta, i residenti reclamano maggiori controlli

Monte di Procida. Con tanto di cartello in bella vista, il Comune di Monte di Procida vieta la pesca sportiva e ricreativa in alcune aree del porticciolo di Acquamorta. Un divieto che, puntualmente, passa inosservato agli occhi di non pochi cittadini appassionati del mare e dei suoi buoni “frutti”. Pesci di piccola taglia, gamberetti e quant’altro sembrerebbero essere le specie marine più appetitose per i volti noti della canna fissa, molti dei quali, non soltanto non rispettano le regole vigenti nel piccolo porticciolo flegreo ma, spesso, tornano a casa lasciando quella che è stata la loro postazione sporca ed insulsa. Luogo prediletto per i lanci delle canne a mulinello risulta essere, negli ultimi mesi, proprio il tappeto d’ingresso al molo di Acquamorta, l’area che, sino a poche settimane fa è stata interessata da alcuni lavori di arredo del porticciolo, quasi del tutto portati a compimento. E’ dall’inizio dell’estate che, durante le ore diurne, i bagnanti sono costretti a dividere, malvolentieri, la scogliera che attornia il porticciolo con le postazioni dei pescatori che, in barba alle ordinanze, hanno regolarmente coltivato il loro hobby preferito, mettendo talvolta in pericolo l’incolumità pubblica. Alla sera, specie durante i fine settimana, lo scenario è lo stesso: percorrere il moletto significa fare una “passerella” tra pescatori amatoriali e i loro attrezzi. I cittadini residenti sono stufi e reclamano maggiori controlli da parte delle autorità competenti. Nessuna “condanna” per la pesca sportiva e il piacere del contatto con la natura senza alcuno scopo di lucro purché essa sia messa in atto secondo criteri che non mettano in pericolo l’incolumità di terzi. Non si può continuare a chiudere gli occhi laddove, soltanto per cause fortuite si è riusciti, sino ad oggi, ad evitare il peggio.
Melania Scotto

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