Delusione. Eravamo circa in 200 che con l’Ippocampo del buon Amedeo abbiamo raggiunto Procida per ammirare la vostra e la “nostra” Graziella. Come ogni anno, con il cuore in mano abbiamo attraversato il piccolo lembo di mare che ci separa per giungere nella piazza dei nostri ricordi d’infanzia.
Una piazza che abbiamo trovato quasi vuota, fredda, spoglia, triste, con poche persone che attendevano mestamente l’inizio della serata, senza emozioni, senza orgoglio. I nostri fratelli procidani forse già sapevano cosa l’attendeva ? Una Sagra con poco Mare e Graziella e tanto Ballo. Un’alternanza di balletti e musiche che poco avevano a che fare con Graziella, la tradizione, la storia.
Il colmo è stato quando alcune candidate con il nastro ed il cerchio, accompagnate dalla musica di Michael Jackson, hanno accennato timidamente dei passi di danza, rischiando di stracciare in maniera irreparabile dei vestiti antichissimi che le famiglie procidane e montesi già sono molto restie a prestare.
L’esibizione vista sul palco conferma tutte queste perplessità. La titubanza, la noia veniva arricchita dalle pubblicità della tv che siamo stati costretti a subire, senza alcun preavviso. Le povere Grazielle sul palco erano spaurite, sole, abbandonate a se stesse che, a cantilena, davano le stesse risposte all’unica domanda posta ad ognuna di loro. Per chi di noi del pubblico è riuscito a sentire. Buttate lì, sole, solette, intrappolate da continui balletti moderni che le rilegavano a figure di secondo piano, ad attrici secondarie o comparse di uno spettacolo che avrebbe dovuto vederle protagoniste.
Caro Sindaco, penso che anche Lei avrà notato tutto ciò. A differenza degli anni scorsi, questa volta l’ho vista evasivo, pauroso, con una gran voglia di scendere il prima possibile da quel palco, con una voglia irrefrenabile di chiudere subito la serata, avendo ben capito che lo spettacolo offerto sino ad allora era stato veramente deludente e scarso.
La navigata esperienza del conduttore, volto noto tra le nostre zone, non è servita a salvare la serata, imprigionato in un copione grigio, forse bianco, senza alcuno spunto creativo, tradizionale, culturale, a parte la lettura isolata di qualche passo del romanzo. Una tristezza, secondo quanto raccontato dai miei paesani, cominciata il giorno prima con la celebrazione della Messa in ricordo dei caduti in mare. Anche lì è stato tanto per farla, perchè si doveva fare. Solo poche anime presenti tra auto e motorini pascolanti.
Sindaco Capezzuto, non penso che i tuoi cittadini ed i tuoi turisti siano contenti. Di certo noi non lo siamo. A voce alta, nel ritorno a casa, abbiamo manifestato tutto il nostro disappunto per la brutta serata vissuta nella piazza-teatro di Procida.
A fine serata avete parlato di tempi ristretti. Se così fosse, non si poteva farla più in là, semmai a fine agosto come accaduto un paio di anni fà quando vinse la nostra e vostra Federica Giumello ? Lì fu veramente uno spettacolo meraviglioso, all’altezza della lunga e blasonata storia di Graziella. E poi vinse una procidana-montese ! Potevate fare di più e meglio.
Spero che il nostro sindaco Iannuzzi, tuo amico, ti chiami quanto prima per farsi portavoce della nostra amarezza, perchè noi nell’animo siamo sempre procidani, a dispetto della nostra carta d’identità. Una telefonata amichevole per farti compredere quanto noi montesi amiamo Graziella e quanto è stata grande la delusione nel vedere questa tristissima serata per l’elezione della Graziella 2012.
Non me ne volere, ma se da anni veniamo a Procida per vedere Graziella, un motivo ci sarà pure.
In ultimo potevate fare un saluto e dire un grazie a tutti i marittimi, a tutti gli uomini di mare, a tutti coloro che hanno fatto grandi le nostre terre, ai poveri e coraggiosi marittimi tornati a casa dopo un lungo sequestro in terra somala.
A volte basta poco.
Con ossequio.
Peppe Mazzella