Gentili Componenti del Coordinamento delle Periferie,
osservo con piacere che l’ attenzione sui nostri comuni beni archeologici è sempre viva da parte Vostra, pertanto vorrei rassicurarVi in merito alle Vostre preoccupazioni, precisando che il programma di recupero che Noi intendiamo mettere in atto per tutti i nostri beni archeologici non prevede affatto una interdizione degli stessi ai cittadini bensì al contrario un avvicinamento e una piena fruizione di essi nel rispetto di tutti i parametri di tutela previsti dalla legge.
Nel caso delle cd. Grotte dell’ acqua, per le quali si manifesta uno spiccato interesse da parte Vostra ( mi auguro che lo stesso interesse accompagni anche le vicende del Colombario, sempre al Fusaro e tutti gli altri beni ) , il programma di recupero da Noi proposto può dirsi articolato e complesso in quanto comprende azioni di tutela, di ricerca archeologica, di valorizzazione e di fruizione. L’ azione di tutela ( preciso che il termine deve intendersi in modo letterale e nel senso di materia esclusiva del Ministero dei Beni culturali, non concorrente ) , come sulla stampa era spiegato, si esplicherà con un primo e inderogabile intervento di restauro consolidativo delle strutture e delle volte in pericolo di crollo, che speriamo di poter avviare al più presto, e che sarà concordato con la Soprintendenza speciale ai Beni archeologici di Napoli e Pompei, il cui funzionario responsabile per l’ area in oggetto, il dott. Paolo Caputo, ci legge in copia.
Le azioni di valorizzazione e ricerca archeologica verranno articolate con l’ accordo della sopra nominata Soprintendenza, con cui è già stato avviato da parte della scrivente un dialogo e un confronto scientifico-istituzionale, e riguarderanno interventi di pulizia e messa in luce degli ambienti al momento emergenti e affioranti dalle acque, rilievi di dettaglio del complesso al momento carenti, elaborazione di documentazione scientifica e didascalica ; per questa fase è stato avviato dalla scrivente un dialogo con alcuni atenei partenopei per avviare una convenzione con il Comune, volta a far diventare il sito, ma anche altri siti bacolesi, un centro di attività culturale e formativo mediante attivazione di tirocini e stages per studenti ( gran parte della platea studentesca in oggetto è flegrea ! ) .
Le azioni di fruizione, il fine ultimo e importantissimo del Nostro progetto, coinvolgeranno attivamente la comunità bacolese, che sono certa risponderà in modo positivo e propositivo, con il coinvolgimento delle risorse umane del territorio ormai sempre più sensibili alle proprie ricchezze paesistiche e storiche: pensiamo infatti di attivare ( già sono state deliberate le linee di indirizzo in merito ) una manifestazione di interesse mediante avviso pubblico rivolto alle associazioni di volontari del territorio per la gestione del sito. Questo creerà opportunità di crescita economico-sociale soprattutto per i giovani e finalmente una valorizzazione del sito e del territorio in generale.
Naturalmente per porre in atto questo programma occorrerà del tempo e molti sforzi e mi auguro anche la collaborazione di quanti, come Voi, hanno a cuore il patrimonio culturale bacolese. Un’ ultima precisazione vorrei fare sulla recinzione dell’ area in oggetto: con il termine, evidentemente usato in ambito di comunicazione giornalistica, non deve intendersi una barriera fisica invalicabile, bensì più genericamente una forma, non ancora stabilita e da stabilire di concerto con le Soprintendenze, che ripeto hanno la piena discrezionalità sugli interventi di tutela, di protezione mininvasiva e non impattante né visivamente né in profondità, che funzioni da deterrente ad atti di vandalismo e vituperio che ad oggi si sono perpetuati nel sito.
Nel ringraziarVi per l’attenzione, porgo
Cordiali saluti
Dr.ssa Archeo Ass.re Flavia Guardascione