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Tra mucillagine e depuratori guasti gli esami di Goletta Verde

Depuratori che non funzionano, reati da record, e la lenta e inesorabile agonia dell’ente deputato al controllo, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale. Nell’impietoso rapporto di Goletta Verde, la campagna itinerante di Legambiente, ecco spiegate le emergenze verificatesi nel nostro mare negli ultimi giorni. La mucillagine, per esempio, quella «cosa» galleggiante che spostandosi tra le isole di Ischia e Procida e la costa flegrea ha portato sulle spiagge già provate dalla crisi economica un’ondata d’ulteriore inquietudine, è scatenata dall’alta temperatura dall’acqua, ma è generata da problemi ambientali.

«La causa principe – spiega il vicepresidente di Legambiente Stefano Cianfani – è lo stato di sofferenza del mare causato da problemi ambientali derivanti dal cattivo funzionamento dei depuratori». Le temperature dell’acqua – generalmente d’estate si attestano sui 26 gradi – ma quest’anno in alcune zone si sono addirittura toccati i 30 gradi, consentono alle sostanze che arrivano in mare dagli scarichi di «crescere»: il caldo fa da «fertilizzante» per le sostanze scaricate in acqua.

Sotto accusa, dunque, finiscono i depuratori – secondo l’analisi o non ci sono o funzionano male – e gli amministratori. «I dati – ha aggiunto Cianfani – evidenziano lungo la costa regionale un sistema di depurazione per lo più inefficace, sintomo di una politica che fino a oggi ha visto al mare soltanto come una risorsa da sfruttare e in cui riversare ogni genere di rifiuto». Se è in provincia di Caserta che gli impianti di depurazione risultano (65%) maggiormente «non conformi» alle disposizioni di legge, non migliore è lo stato dei depuratori nella provincia di Salerno (57% non conforme) e in quella di Napoli dove i controlli ai sei grandi impianti regionali hanno rilevato che il 44 per cento non è conforme.

E le maggiori criticità riguardano proprio la costa della provincia con 7 dei dodici punti risultati fortemente inquinati: San Giovanni a Teduccio presso la foce del Volla dove sono stati rilevati, oltre alla presenza di topi, valori di Escherichia Coli talmente alti da essere «non classificabili»; a Pozzuoli presso la foce Licola e in località promontorio di Cuma; a Ercolano presso l’ex Bagno Risorgimento e presso la foce Lagno vesuviano; a Castellammare di Stabia presso la foce del Sarno e sul lungomare comunale presso la spiaggia antistante via Tito.

Ma Legambiente suona l’allarme anche per l’Arpac che, denuncia Giancarlo Chiavazzo, responsabile scientifico Campania, sottodimensionata e in procinto di perdere altre 120 unità «non è posta nelle condizioni di svolgere le attività obbligatorie previste dalla legge». La Regione – è l’appello degli ambientalisti – «dia una vera svolta alla realizzazione dei servizi idrici tra cui quelli depurativi e avvii una decisa azione di potenziamento dell’Arpac».

guarda tutte le analisi http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=208315&sez=NAPOLI,

 

fonte www.ilmattino.it

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