Egregia redazione,
a scrivere siamo un gruppo di cittadini prevalentemente di Torre del Greco (NA), di Ercolano di Monte di Procida (NA) e altri comuni italiani. Scriviamo per richiedere l’approfondimento di un problema che ci attanaglia dal mese di gennaio 2012. Si sta verificando un vero e proprio dramma sociale che sta coinvolgendo oltre 13000 famiglie.
Si tratta degli obbligazionisti della società armatoriale Deiulemar, operante sul territorio, e non solo, da oltre 40 anni, famosa in tutto il mondo, grazie a noi cittadini risparmiatori che abbiamo prestato il nostro denaro per un investimento a basso rischio, poichè gli interessi garantiti della società superavano di circa l’1- 2% quelli delle banche.
Da circa 7 mesi è emerso che le obbligazioni dichiarate al bilancio dai capi di questa società, i signori Della Gatta, Iuliano e Lembo, fossero solo di 40 milioni di euro, a fronte di circa 1 miliardo di euro in obbligazioni emesse. Improvvisamente i soci hanno deciso di interrompere il pagamento degli interessi senza giustificare dove fossero finiti i nostri risparmi e non hanno intenzione di rimborsarci dei nostri sacrifici. Un fatto certo e documentato è che nel corso degli anni, a partire dal 2005 si è assistito ad un graduale e progressivo svuotamento della originaria Deiulemar compagnia di navigazione (a cui abbiamo affidato ufficialmente i nostri risparmi) e la creazione di nuove società, indipendenti da quella originaria, ma gestite dagli stessi soci.
Sono di seguito presentate le tappe principali di questa tragedia, paragonata al crac Parmalat.
17 gennaio: A Torre del Greco si diffondono le prime «incontrollate» voci sulle difficoltà della compagnia di navigazione e scoppia per la prima volta l’incubo crac. Nel pomeriggio del 17 gennaio circa un centinaio di persone si reca davanti agli uffici del capitano nella traversina di via Vittorio Veneto alle spalle della Posta centrale per ottenere chiarezza.
18 gennaio: Davanti agli uffici della Deiulemar, quelli in cui da anni i torresi vanno a versare soldi per le obbligazioni, deve intervenire la polizia. Le persone che chiedono chiarezza sono diventate almeno duecento. E la tensione inizia a farsi sentire.
19 gennaio: E’ Michele Iuliano, 88 anni, a rassicurare tutti gli investitori in un’assemblea pubblica all’hotel Mercure-Sakura: «Non falliremo», la promessa del capitano. Si commuove l’anziano armatore che stringe in un forte abbraccio Giuseppe Lembo, che con Della Gatta fondò la Deiulemar. Le dichiarazioni del capitano sono testimoniate da quest’intervista rilasciata ad un tg locale
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23 gennaio: La compagnia di navigazione chiude i battenti: stop all’incasso delle cedole e via libera al censimento di tutte le obbligazioni non iscritte a bilancio. Nel frattempo si decide di nominare Roberto Maviglia, avvocato romano, esperto di crisisocietarie, amministratore unico della Deiulemar al posto di Michele Iuliano.
1 febbraio: La Consob accende i fari sulla vicenda che tiene con il fiato sospeso un’intera città: parte la caccia al tesoro scomparso della Deiulemar. Il censimento, spiegano i vertici della Deiulemar, servirà a confermare l’ammontare delle obbligazioni emesse.
3 febbraio: -La procura di Torre Annunziata apre un’inchiesta per associazione a delinquere, appropriazione indebita e truffa: sono cinque gli indagati.
6 marzo: Parte l’assalto al «tesoro» per i noli non pagati: presentate le istanze per il sequestro conservativo dei beni della società e delle famiglie di armatori
9 marzo: – Un corteo di risparmiatori dà il via ad una manifestazione per le strade torresi. Migliaia di obbligazionisti sfilano per le strade di Torre del Greco. Rabbia contro le residenze degli armatori. Il video seguente rappresenta le immagini della manifestazione e la rabbia dei cittadini truffati.
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15 marzo: Vengono ufficializzati i dati del censimento. Secondo l’amministratore unico ammonta a quasi 600 milioni il debito della società. Soldi che fanno parte delle cosiddette obbligazioni irregolari e che non sono contenute nei bilanci.
24 marzo: Presentata la prima istanza in tribunale per ottenere il fallimento della compagnia di navigazione. E’ l’inizio della fine per la Deiulemar. Inizia la corsa contro il tempo per evitare il collasso di una società che ha rappresentato la forza della città.
18 aprile: Si apre davanti al giudice Massimo Palescandalo la procedura per ottenere il fallimento: a 2 settimane di distanze il verdetto.
2 maggio: Il Giudice Palescandolo non accetta la richiesta di rinviare la decisione come avrebbero voluto i legali della Deiulemar. A quel punto i super consulenti della Deiulemar, tra i quali il professore Astolfo Di Amato, chiedono di poter realizzare un concordato preventivo. Ma è troppo tardi. Il giudice decide per il fallimento e nomina tre curatori fallimentari della Deiulemar.
9 maggio: Muore Michele Iuliano, uno dei tre soci fondatori della compagnia di navigazione. Il suo cuore non regge al dolore per il fallimento e per le sorti giudiziarie della Deiulemar. Ha un infarto mentre gli uomini della Finanza sono a casa per una perquisizione domiciliare. La tomba di Iuliano viene profanata. I familiari scelgono di far cremare la salma. Il capitano porta con sé molti segreti che emergono da alcune documentazioni relative ad ammissioni effettuate anni addietro come riportato nell’articolo sottostante risalenti, ma mai ascoltate.
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29 maggio: In parlamento si tiene una Question time sul caso Deiulemar, ma lo Stato continua a non occuparsi del problema . Di seguito documenti e video sull’intervento dell’onorevole Di Pietro.
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4 luglio: Si sarebbe dovuta svolgere in quella data l’udienza per l’Appello contro il fallimento. Il giudice Celentano rinvia tutto a settembre.
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Nel frattempo continuano le indagini e ci sono prove tangibili di riciclaggio da parte dei vertici, processo iniziato a partire dal 1998, ma mai indagato ed approfondito dagli organi di controllo.
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16 luglio: gli arresti – E’ il giorno del blitz, nove le ordinanze eseguite dalla Guardia di Finanza. Le immagini e i servizi dedicati sono riportate di seguito:
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La procura riesce a ricostruire il mosaico del fallimento e tutte le mosse espletate dai soci negli anni addietro, che avrebbero voluto scaricare tutte le colpe sull’anziano capitano defunto. Il piano delle “scatole cinesi” e i meccanismi di svuotamento risultano chiari, come riportato nei seguenti articoli e servizi
Il Procuratore Marino del tribunale di Torre Annunziata ammette che il crac Deiulemar sia paragonabile a quello della Parmalat e spiega il lavoro ancora in corso dall’intero pool in sinergia la curatela fallimentare.
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Nel seguente video la Guardia di Finanza evidenzia la volontà dei soci Deiulemar di gettare fumo negli occhi e scaricare la colpa all’anziano capitano nel tentativo di mascherare le proprie responsabilità
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Il sistema di scatole cinesi con cui veniva svuotata la Deiulemar compagnia di navigazione in crisi già dal 2005 e impoverita di tutti i suoi capitali è illustrato nei seguenti servizi:
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Ci sono prove di intercettazioni relative a denaro trasferito in Lussemburgo da parte delle 3 famigliehttp://www.metropolisweb.it/
Vorremmo che le informazioni emerse, tutte documentate, venissero messe in luce, e chiediamo a voce alta, urlando la nostra disperazione, l’aiuto dei media nazionali perchè abbiamo diritto di vincere questa battaglia. Crediamo nel potere dei media e nell’efficacia dei programmi di approfondimento quale il vostro a e in segno di civiltà per un paese onesto e lavoratore come Torre del Greco chiediamo che la vicenda venga posta all’attenzione nazionale.
Siamo consapevoli delle irregolarità compiute dalla società e della complessità della situazione, ma riteniamo che i reati commessi non debbano costituire motivo di rallentamenti ed intralcio rispetto ad una qualsiasi procedura di fatto in grado di rimborsarci.
Riteniamo che essendo questo un fallimento atipico sotto molti aspetti, sarebbe necessario vagliare misure straordinarie purchè possano risolvere al meglio la situazione.
Lanciamo un appello alle istituzioni competenti affinchè velocizzino la pratica per l’emanazione dell’attuazione del Fondo per l’indennizzo dei risparmiatori vittime di frodi finanziarie istituito con la Legge Finanziaria del 2006 . Questo potrebbe rappresentare un supporto ad integrazione della nuova eventuale proposta di rimborso da parte della società.
Noi obbligazionisti truffati crediamo che i media possano agevolarci a stimolare la Procura ad indagare sulla delibera emessa nel 1996, anno in cui è stata emessa la prima tranche di obbligazioni, richiamando al loro dovere tutti i soci, che sono numerosi. Non siamo in possesso di tale delibera e pertanto non sono a noi noti tutti i nomi dei soci, ma terremmo ad approfondire la questione.
Riteniamo che lo Stato debba intervenire, nella persona dell’onorevole Prof. Monti ed i politici nazionali in modo da garantirci giustizia e agevolarci nel compito di far rientrare il nostro miliardo di euro nelle banche italiane. Di fatto molti risparmiatori non potranno pagare l’IMU dopo questo crac definibile come una vera e propria calamità sociale.
Sappiamo che con l’impegno di tutte le parti interessate si possa arrivare ad un buon compromesso, considerando che i soci si sono divisi utili per 300 milioni di euro nell’anno 2010.
Riteniamo necessaria l’introduzione di un’amministrazione straordinaria che controlli la società al di sopra delle parti e monitori al regolarità di tutte le operazioni.
Siamo a disposizione per approfondimenti, data la complessità del problema e gli innumerevoli risvolti, difficili da spiegare in una lettera. Sicuri della vostra collaborazione e speranzosi di ricevere una pronta risposta, ringraziamo anticipatamente.
Gli obbligazionisti della Deiulemar.