Gli azzurri vincono 2-0 la finale dell’Olimpico. I gol nella ripresa: Cavani su rigore e Hamsik. Al 90′ espulso Quagliarella. Ultima partita in bianconero per Del Piero.
Il Napoli vince la Coppa Italia. E dunque stringe in mano un trofeo, che gli mancava dal 1987 (primo titolo in assoluto dal 1990), al termine di una stagione contraddittoria, giocata benissimo nelle coppe, le notti magiche di Champions sono indimenticabili, ma così così in campionato. La vittoria degli uomini di Mazzarri ha ancora maggior valore perché toglie l’imbattibilità stagionale ad una Juventus che ce l’ha messa tutta – non è arrivata a Roma priva di stimoli, nonostante il tricolore -, ma che è stata meno lucida del recente passato. A volte persino pasticciona. E’ simbolico che nel calcio italiano quest’anno festeggino due società tornate in serie A a braccetto insieme, solo 5 anni fa. Una nota a parte la merita Del Piero, comunque. Non ha vinto, stavolta, ma ha giocato bene. E soprattutto ha chiuso una carriera fantastica con la Juventus. A quota 705 presenze. Chapeau.
IL NAPOLI PARTE FORTE — Fortissimo. E domina nei primi 10’, interpretando meglio l’approccio ad una finale secca, vincendo il confronto dei moduli 3-5-2, a specchio. Un’occasione la spreca Zuniga, di testa, e Storari è bravo nel riflesso, poi Lavezzi mette appena a lato un bel destro in diagonale. C’è di più. Cavani viene fermato per un fuorigioco quantomeno dubbio mentre andava in porta. La Juve soffre dietro, l’assenza di Chiellini si fa sentire.
CINGOLATO JUVE — Scampato il pericolo, però, i campioni d’Italia crescono. Lentamente. Ma inesorabilmente. La Juve carbura, e diventa il solito carro armato. Del Piero tocca pochi palloni, ma sempre con sapienza, Marchisio è il solito stantuffo che unisce quantità e qualità, e soprattutto Pirlo gioca da Pirlo. Che in questa stagione significa spesso, e stasera di sicuro, da migliore in campo. Marchisio prima sfiora il gol, poi non si vede assegnare un rigore clamoroso sul finale di primo tempo: il difensore, in palese ritardo nella chiusura, calcia lui, invece del pallone. Una topica gigante dell’arbitro Brighi. All’intervallo è 0-0, ma le occasioni non sono certo mancate. Per il Napoli merito soprattutto di un Lavezzi ispirato, sul cui assist Hamsik non arriva per un capello della sua folcloristica criniera, a porta spalancata. Gara piacevole, bella anche sugli spalti alla faccia di chi paventava atmosfere apocalittiche di violenza per questa finale.
FISCHI PER FIASCHI — Nel secondo tempo la gara si innervosisce. Tanti falli, altrettante proteste, e non aiutano decisioni arbitrali sciagurate, che scontentano tutti. Brighi non ne azzecca una.
REGALONE JUVE, CAVANI LO SCARTA — Al 16’ della ripresa la partita svolta. E la coppa prende la direzione sud, verso Napoli. Su un’innocua rimessa laterale Bonucci si addormenta, e Storari invece di accompagnare Lavezzi verso il fondo, lo tocca in area. Rigore. Cavani dal dischetto è impeccabile: 1-0 Napoli.
HAMSIK CHIUDE I CONTI — In contropiede. Spietato. Assist di Pandev, tocco morbido dello slovacco, tenuto in gioco da Bonucci, a scavalcare Storari. 2-0 e gara chiusa. Si sentono solo i tifosi del Napoli, ora, all’Olimpico. Stavolta, dopo lo sberleffo dello 0-3 allo Juventus Stadium, quando se l’erano sentiti intonare dai tifosi bianconeri, “O surdato nnamurato” lo cantano loro. A squarciagola n’ovazione. E’ un momento storico: il suo addio alla Juve. Cambio ingeneroso: eppure il capitano bianconero aveva giocato beme, certo meglio di Borriello. Ma Conte non fa sconti alla carriera. C’è una coppa in ballo. Dentro Vucinic.fonte www.gazzetta.it