La pesca come l’agroalimentare: entra nella fase operativa in Campania la vendita a miglio zero lanciata da Vito Amendolara, consigliere per l’Agricoltura del governatore Stefano Caldoro. In attesa delle autorizzazioni delle Asl, il progetto è già partito in sette comuni della regione: quattro in provincia di Napoli (Sorrento, Piano di Sorrento, Ischia e Monte di Procida) e tre del Salernitano (Acciaroli, San Marco di Castellabate e Salerno Città).
Ma di che cosa si tratta e quali saranno i vantaggi per imprese e consumatori della regione? “Il meccanismo è semplice ma ci auguriamo di forte impatto per l’economia campana – spiega Amendolara -: i pescatori avranno a disposizione su diversi porti autorizzati dalle Asl spazi per la vendita diretta”. I vantaggi? Almeno due. Da una parte le piccole imprese potranno incassare cash il ricavato delle vendite, diventando proprietarie del prodotto, mentre adesso sono vincolate ai grandi distributori. Dall’altra parte i consumatori potranno risparmiare i costi di distribuzione e, nel contempo, avere maggiori garanzie sulla sicurezza dei prodotti.
“C’è poi il risvolto non meno importante della riscoperta dei pesci poveri spariti dalle nostre tavole – aggiunge Amendolara – . La vendita a miglio zero renderà possibile un approccio al cibo più intelligente seguendo i dettami della dieta mediterranea”. Sul fronte più strettamente economico si profilano una serie di ricadute a medio termine sulle imprese: “E’ un’iniziativa straordinaria che accende i riflettori su un cono d’ombra. Se è vero che uno dei problemi più seri dei pescatori è il prezzo dei carburanti, occorre anche tenere presente che se mettiamo la pesca nelle condizioni di produrre reddito, possiamo trasformarla in una delle leve della nostra economia”, conclude l’ex assessore.
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