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Lettera a Napolitano del Comitato di Cittadini per la Tutela e lo Sviluppo del Territorio

Comitato di Cittadini per la Tutela e lo Sviluppo del Territorio

Preg.mo Sig. Presidente della Repubblica

On. Giorgio Napolitano

Oggetto: Trasmissione documento di analisi e raccolta
delle criticità in materia urbanistica con relativi suggerimenti
e proposte per innescare concreti meccanismi e procedure per
la Tutela e lo Sviluppo del Territorio.

Illustrissimo Signor Presidente,

da tanti anni, forse troppi, aspettiamo norme chiare ed efficaci che mettano definitivamente ordine nei nostri suggestivi ma tanto martoriati territori, in particolare del Sud ma in generale dell’Italia tutta.
Il nostro comitato, nato spontaneamente e purtroppo molto in ritardo, vuole tentare di lanciare un dialogo sia con i vari comitati che si sono costituiti nel tempo per la difesa del diritto alla casa, sia con le varie Istituzioni, per innescare un confronto e un dialogo costruttivo per il bene del nostro territorio e dei nostri figli.
Siamo consapevoli e ormai coscienti delle nostre colpe per le scorciatoie alle quali siamo stati abituati, educati ed indirizzati a percorrere, grazie anche alla politica della speculazione, che ci ha portato a subire tutti i cortocircuiti che nel tempo si sono accumulati, provocando degrado, illegalità diffusa e uno scempio quasi irreversibile del territorio.
Abbiamo apprezzato per l’ennesima volta, il Suo discorso di fine anno, soprattutto quando ha posto l’accento sulle gravi questioni idrogeologiche e siamo d’accordo su quanto recentemente (venerdi 13 u.s. – giorno del nostro I Convegno pubblico) ha puntato il dito contro l’abusivismo edilizio. Nel nostro documento è riportato a chiare lettere un dispositivo tanto semplice ma tanto efficace: per i nuovi abusi, in mancanza di immediata demolizione entro 180 gg. lo scioglimento automatico del Consiglio Comunale connesso alle ricerche delle responsabilità dei responsabili comunali da perseguire ai sensi dell’art.328 del codice penale.
Ciò in ossequio all’art 9 della Costituzione purtroppo, troppo spesso tradito ed ignorato (da TUTTI).

Purtroppo, nonostante l’invio a metà marzo di apposite lettere al Governo, ai leader dei Partiti Nazionali, a tutti i Deputati e Senatori Campani, Regione, Province e Comuni della Campania, non abbiamo ricevuto nessun riscontro o registrato un concreto impegno per la lotta all’abusivismo edilizio o posizioni chiare verso questo nostro documento di analisi e proposte.
Anche dopo gli abbattimenti di fine dicembre 2011 a seguito di sentenze passate in giudicato, avvenuti a Bacoli per immobili realizzati a fine 93 e fine 2003 e muniti di regolare richiesta di Condono ai sensi della Legge 326/2003, nessun Politico e nessuna Istituzione ha tentato seriamente di approfondire la delicata e complessa problematica o di avviare un percorso amministrativo per giungere ad una proposta seria per restituire Dignità ai Territori e ai Cittadini. Chi è costretto a vivere nella precarietà ad oltranza si convince che le scorciatoie sono l’unica soluzione e alternativa alla legalità, troppo spesso negata.
Il nostro comitato vuole allontanarsi dalle forme di protesta fini a se stesse, quelle nate per esercitare il solito lamento e quelle che agiscono senza però proporre soluzioni concrete ma vuole operare avendo la consapevolezza di dover mettere definitivamente da parte le vecchie logiche di elemosinare soluzioni miracolose ai politici di turno.
Siamo stanchi di subire e vorremmo tentare di avanzare una proposta e alcuni suggerimenti per arrivare ad un punto di partenza concreto. Vogliamo partecipare in maniera attiva alla programmazione del nostro Territorio ponendo attenzione su alcuni temi e su alcuni obiettivi che di seguito sintetizziamo:
1) Tutela e Difesa attiva del territorio e del paesaggio (fino allo Scioglimento dei Consigli Comunali in caso di nuovi abusi non demoliti entro 180 gg.);
2) Riqualificazione Urbanistica, soprattutto nei territori a valenza paesaggistica su tutto il tessuto urbano esistente;
3) Messa in sicurezza sotto il profilo statico, ivi compresi gli interventi di manutenzione straordinaria, demolizione e ricostruzione, in funzione soprattutto del rischio sismico e del rischio idrogeologico;
4) Adeguamento agli impianti di energia alternativa nonché, la possibilità di riconversione anche in piccole strutture turistico ricettive carenti in Campania ma soprattutto nei Campi Flegrei, pur avendo un territorio ricco di risorse endogene tra cui importanti e numerosi siti archeologici e un paesaggio di notevole pregio e interesse paesaggistico, ambientale, storico e culturale.
Ci siamo convinti che ogni ragionamento in materia di Diritto alla Casa deve necessariamente passare per un ritrovato sentimento di responsabilità della Tutela del Territorio per sperare in seguito nello sviluppo, nella riqualificazione e nella valorizzazione dello stesso. Con questi concetti e propositi abbiamo ulteriormente sintetizzato un documento che raccoglie varie problematiche e suggerisce possibili soluzioni e idee.
Il nostro paese, l’Italia, purtroppo attraversa un momento difficilissimo, ma il nostro comitato, costituito da tanti piccoli imprenditori, artigiani, semplici cittadini, giovani, anziani e professionisti, è abbastanza fiducioso ed è convinto che, se ognuno di noi fa la propria parte o almeno tenta di farla, possiamo sicuramente sperare di poter giungere a possibili soluzioni.
Con tutta onestà, pur consapevoli delle colpe diffuse a cui nessuno può sottrarsi rispetto al saccheggio che negli anni è stato fatto ai nostri territori, siamo stufi da campani e da cittadini del sud, di essere classificati solo come eterni abusivisti.
Le recenti tragedie e alluvioni verificatesi purtroppo anche al nord, come riportato anche da importanti trasmissioni televisive, hanno evidenziato che con piani regolatori molto “spregiudicati”, grazie ad una complicità tra amministratori, imprenditori e etc., è stato permesso di costruire con “regolari concessioni edilizie” in zone dove doveva essere imposto un grado di massima tutela con ogni tipo di vincolo possibile. Invece, sono stati commessi scempi edilizi di cui molti ancora in corso di realizzazione che stanno consumando ogni centimetro quadrato di terreno e di verde. Tutto ciò senza problemi e, la cosa più grave, senza che nessun politico o istituzione gridi allo scandalo. Nessun provvedimento di stop o interrogazione parlamentare è stata adottata anche di fronte a Nuove Città di Cemento, Mega Cooperative e etc. tutte vuote e mai utilizzate.
Speculazioni vergognose che non possono trovare nessuna giustificazione. Anche a fronte di tanti e gravi scempi premeditati, purtroppo, un complice e vergognoso silenzio assoluto da parte di tutti.

Diversamente, si grida troppo semplicisticamente allo scandalo quando dalla Campania o dal Sud si invocano norme, seppur non nel modo giusto e corretto, per legittimare, riqualificare e sanare un tessuto urbano prodotto sicuramente da analoghi scempi ma sicuramente quasi tutti “spontanei” e quasi tutti occupati da famiglie.
Anche le grandi speculazioni edilizie consumate dai cd palazzinari sono state la risposta ad esigenze abitative reali per centinaia di famiglie. Ciò, non vuole e non può essere in alcun modo una giustificazione ma, purtroppo, non si può nemmeno ignorare che fino al 1985, dall’85 al 93 e, anche dal 93 ad oggi, questi gravi fenomeni di abusivismo sono stati la risposta e la reazione alla cronica latitanza della politica e delle istituzioni, che per l’approvazione di un semplice piano regolatore (PTR, PTP o PTCP e giungere fino ai PUC) per litigi e interessi incrociati, non hanno mai approvato efficaci strumenti di pianificazione territoriale o addirittura adottando, con ritardi, strumenti ormai obsoleti, confusi e inapplicabili solo dopo decenni e decenni.
La classe dirigente politica campana e del sud, diversamente da quella del nord, non ha avuto la capacità di approvare piani regolatori scellerati, così, non si avrebbe avuto alcun abusivismo edilizio ma regolari concessioni edilizie anche in zone vincolate.
All’attuale classe politica dirigente abbiamo chiesto, da un lato di riconosce i tanti errori e ritardi, e dall’altro l’impegno a proporre soluzioni efficaci e definitive di difesa e tutela del territorio per scongiurare nuovi abusi edilizi e chiudere con la vecchia logica della politica speculativa e assistenzialista ma anche norme che inneschino interventi di riqualificazione urbanistica su tutto il tessuto urbano esistente.
Abbiamo chiesto scelte e norme coraggiose ed efficaci.

Sig. Presidente,
pur consapevoli del Suo ruolo super partes, in ordine a dette ataviche problematiche, CHIEDIAMO un Suo personale intervento di sollecito verso il Governo e verso il Parlamento a non trascurare questa materia e in alternativa alla vecchia logica dei Condoni e riaperture varie, di valutare la necessità di approvare un testo coordinato tra le tre leggi in materia, introducendo efficaci e concrete procedure di Riqualificazione Urbanistica del tessuto urbano esistente; una particolare attenzione alle tematiche, alle criticità e alle problematiche raccolte e anche ai diversi suggerimenti e proposte articolate.
Il Governo e il Parlamento non possono trascurare questo argomento che va affrontato e posto in agenda in tempi rapidi altrimenti l’economia già ai minimi termini soffochèrà definitivamente e irreversibilmente i nostri Territori già in forte e preoccupante agonia ma soprattutto con l’obiettivo di restituire finalmente chiarezza e LEGALITA’.
Infatti, solo gli interventi di riqualificazione urbanistica nel senso più ampio dell’applicazione, può consentire la ripresa del comparto edilizio senza ovvero scongiurando di consumare altra superficie di verde e di suolo prezioso per la Tutela dell’Ambiente e del Territorio.

Sig. Presidente,
se il Governo e il Parlamento analizzano bene il fenomeno nel suo complesso, è facile desumere che, gli abbattimenti in forza delle Sentenze passate in Giudicato, costituiscono una percentuale molto bassa (10% max) rispetto agli immobili realizzati dal 93 ad oggi pertanto, anche in presenza di una miracolosa attività quotidiana da parte di tutte le Istituzioni in campo tesa ad azzerare e perfezionare tutte le procedure in parola, in ogni caso, rimarrebbero “impuniti” ovvero in sospeso il 90% degli immobili.
Di fronte a questi numeri e a questa realtà, senza trascurare il fatto che di quel 10% sopra richiamato, con tutta la buona volontà e operosità delle Procure, non si riuscirà ad arrivare in tempi ragionevolmente rapidi ad azzerare in ogni caso l’enorme quantità di lavoro e tutte le incombenze, risorse ed energie che occorrono e concorrono ad applicare ed eseguire una demolizione.
Quindi, abbattimenti a parte, la politica ha il dovere di decidere sul destino di quel famoso 90% che rischia di costituire se non disciplinato un eterna.
Ovviamente, per scongiurare ingiustizie, anche quel 10% andrebbe analizzato e disciplinato con attenzione.

Trovare soluzioni e strumenti normativi idonei ed efficaci è un dovere della politica e del Governo che, accanto alle tante Leggi urgenti (Crescita, finanziamento ai Partiti, legge Elettorale e etc.) ha il dovere e la responsabilità di approvare un testo coordinato e definitivo delle 3 leggi n.47/85, 724/94 e 326/2003 – quest’ultima scritta male e pasticciata – e porre fine ad ogni nuovo fenomeno di abusivismo edilizio con l’introduzione di meccanismi efficaci per la Tutela e lo Sviluppo del Territorio connesso a interventi di Recupero e Riqualificazione Urbanistica di tutto il tessuto urbano, ponendo la massima attenzione per le opere realizzate in area a protezione integrale per il vincolo paesaggistico e in aree a rischio frane per il vincolo idrogeologico, rispetto alle quali, nell’impossibilità di interventi di adeguamento, mitigazione (ove costituiscono scempio e gravi detrattori ambientali e paesaggistici), recupero e etc., la demolizione e la eventuale delocalizzazione delle famiglie, deve essere l’unica strada da percorrere con la massima urgenza e rapidità soprattutto, a tutela e salvaguardia della pubblica e privata incolumità.

dai Campi Flegrei, Li 30.04.2012
Con Referenti Ossequi
per il gruppo promotore
Il delegato Anna Carannante

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