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E’ morto Pietro Paganelli di Pozzuoli, si sparo’ il 5 maggio per i debiti a Equitalia

Non ce l’ha fatta. È morto all’ospedale «Loreto Mare» di Napoli, l’artigiano Pietro Paganelli, di 72 anni, che lo scorso 5 maggio si era esploso un colpo di pistola alla tempia nella sua officina di riparazioni nautiche a Mergellina.
L’AGONIA – L’uomo è rimasto in coma, senza riprendere coscienza, fino a oggi. Aveva lasciato un biglietto: «La dignità è più importante della vita». Aveva un contenzioso aperto con il fisco ed era rimasto turbato dalla notizia di una nuova cartella esattoriale giunta al figlio.
Non chiedo risarcimenti ad Equitalia, che ha dovuto riconosciere l’ errore cancellando l’ ipoteca iscritta sulla mia casa, ma chiedo che la giustizia individui i responsabili degli errori, per evitare altre tragedie come quella di mio padre”. Così Sergio Paganelli, 37 anni, figlio di Pietro Paganelli, l’ artigiano napoletano morto suicida dopo 11 giorni di agonia, parlando con l’ ANSA, dopo aver appreso la notizia della morte del padre. “Non avevamo speranze, i medici ce lo avevano detto da subito – aggiunge il giovane – ma insieme ai miei due fratelli ed alla mia famiglia continueremo a batterci nella memoria di mio padre, che era un uomo onesto e pieno di dignità. Ribadisco – aggiunge Sergio Paganelli – che mio padre, a parte la guerra Equitalia, non aveva problemi, né economici, né psicologici.
Aveva una pensione di circa 800 euro, una moglie, e non aveva mai chiesto nulla a noi figli”. “Da Equitalia – conclude Sergio Paganelli – ho ottenuto la cancellazione della ipoteca messa su una casa di mia proprietà a Giugliano, che era stato il colpo di grazia per mio padre. Era un’ipoteca illegale, iscritta per una somma di 6 mila euro, 3 mila più gli interessi, e questo nonostante la Cassazione abbia fissato un minimo di 8 mila. Mi hanno detto che la colpa non è loro. Ma noi vogliamo sapere allora di chi è, per avere giustizia, non denaro e risarcimenti, e per evitare altri suicidi come quello di mio padre”.

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