Crack Deiulemar: Slitta al 16 aprile l’assemblea dei soci, gli armatori non trovano un accordo. Intanto I Torresi sfidano la pioggia per continuare a dire no al concordato-truffa.
E’ slittata al 16 aprile la concovazione dell’assemblea dei soci della Deiulemar CDN S.p.A., i soci fanno fatica a trovare un accordo su come risolvere la crisi. Intanto gli obbligazionisti torresi ieri hanno sfidato la pioggia battente e sono ritornati in piazza a manifestare partendo da P.zza Palomba e giungendo a via Marconi; la manifestazione non era autorizzata e quindi non ha visto l’adesione nè del Comitato noideiulemar.altervista.org nè dell’Unione consumatori.
E’ stata chiamata la ‘rivolta dei lucchetti’ perchè simbolicamente i torresi hanno inteso chiudere nel loro stesso bunker i soci e gli amministratori della società. Ormai mancano pochi giorni al 18 aprile, data in cui ci sarà la prima udienza del procedimento fallimentare presso il tribunale di Torre Annunziata, e nessuna proposta di concordato che sia più favorevole alla posizione degli obbligazionisti è stata presa in considerazione da parte della società.
La società ha contattato sia il Comitato che anche gruppi sciolti di obbligazionisti, tra cui anche quelli di Monte di Procida, ma solo per riproporre il vecchio piano che tutti già conoscono e a cui tutti stanno dicendo no. La proposta consiste nella conversione del 100% delle capitale in un 30-40 % di azioni che negli anni, sempre se poi la società riprende quota sul mercato, dovrebbero consentire poi ai futuri azionisti di ricostituire il proprio capitale.
Il ragionamento è a dir poco tendenzioso: verrebbe riconosciuto una percentuale di debito così bassa perchè in fondo gli obbligazionisti negli anni hanno pur riscosso gli interessi sul prestito obbligazionario per cui la perdita che viene chiesta loro è legittimata. Inoltre, verrebbe invocata la conversione in azioni, perchè non ci sarebbero i soldi per pagare tutti gli obbligazionisti, sebbene i soci siano stati invitati dallo stesso amministratore unico pro tempore Maviglia ad aumentare i conferimenti personali da mettere a disposizione per scongiurare l’ipotesi del fallimento.
Gli obbligazionisti torresi ormai hanno chiaro il piano degli armatori, hanno cominciato a ricostruire con precisione tutta la storia del crack Deiulemar e hanno realizzato che essa sia stata addirittura organizzata a tavolino per liberarsi degli obbligazionisti. ‘Il sistema delle obbligazioni ormai non è più appropriato, la situazione purtroppo ci è sfuggita di mano, questo dimostra che bisogna cambiare regime’ – asseriscono gli stessi armatori Angelo e Pasquale Della Gatta in una riunione con un gruppo di obbligazionisti.
Tuttavia gli obbligaazionisti continuano ad opporsi con forza a questa logica che non vuole prendere in considerazione gli interessi degli stessi e il danno che ad essi è stato procurato dalla situazione, hanno cominciato ad esporre denuncia e querela formale per ciò che è accaduto e intendono adire tutti i vari gradi del giudizio per far valere le loro ragioni. ‘Un concordato di questo genere, cancella i diritti degli obbligazionisti tutti, nessuno escluso’ – asseriscono – Ciò in quanto tale concordato, non soddisfa gli obbligazionisti più anziani, che avendo depositato da tempo il proprio capitale hanno consentito alla società di fare tutte le operazioni di circolazione del denaro possibile con il relativo guadagno totale, infatti la risposta di questi è che in questi anni non hanno goduto della liquidità dello stesso. Non soddisfa i nuovi obbligazionisti, che avendo depositato il proprio capitale appena qualche mese o qualche giorno prima della notizia del possibile crack lo vedrebbero adesso decurtato del 70 %.
Tra l’altro è ormai chiara l’operazione di ‘svuotamento’ della Deiulemar CDN S.p.A. e di costituzione di nuove società sempre intestate agli stessi soci. Ecco quindi il motivo per cui gli obbligazionisti non credono più alla causa della crisi dei noli, invocata come causa principale della situazione d’insolvenza. Inoltre, gli obbligazionisti di Torre del Greco sono a conoscenza del livello ri ricchezza patrimoniale in cui versano le famiglie armatoriali per cui sono ben consapevoli che volendo una situazione diversa e più vantaggiosa si potrebbe trovare.
A questo punto, considerando il livello di chiusura in cui si sono arrocati i soci della società il Comitatonoideiulemar.
A coloro che sono ancora indecisi viene comunicato che dopo il 18 aprile, se non si rivolgono alle Associazioni o al Comitato dando mandato ai relativi legali, potrebbero ritrovarsi tra le mani un titolo che ormai viene considerato carta straccia, considerando che a tutt’oggi la società non ha ancora formalizzato ufficilamente l’intenzione di regolarizzare la posizione di coloro che sarebbero in possesso delle cd. ‘obbligazioni parallele’.
Assunta Esposito