Si è tenuta stamattina al Tribunale di Torre Annunziata l’udienza di comparizione in seduta di consiglio davanti al giudici Palescandolo, Coppola e D’Ancona per l’apertura della procedura fallimentare nei confronti del Deiulemar Compagnia di navigazione su istanza di 7 creditori. Presenti il Pubblico ministero Mancino anche se non formalmente costituito, gli avvocati dei sette creditori, i legali degli obbligazionisti rappresentati in Comitati e Associazioni, l’Amministratore Unico pro tempore Maviglia, il legale di M. Iuliano e della DCN avv. Mandara.
La società si è costituita in giudizio a mezzo dell’avv. Mandara che inizialmente ha chiesto un rinvio di altri 14 giorni per il deposito di una proposta di concordato preventivo, in quanto innanzitutto mancava l’apporto di M. Iuliano, il quale (non se ne conosce con precisione il motivo) da un pò di tempo fa registrare sia ai soci della società sia agli stessi obbligazionisti una certa “latitanza psicologica” alla vicenda; inoltre perchè non tutte le formalità procedurali per la preparazione dello stesso sembravano essere svolte. A tale richiesta di rinvio vi è stata l’opposizione dei legali dei creditori che avevano depositato l’istanza di fallimento e del PM presente in aula. Solo dopo la verbalizzazione di tale opposizione, l’avvocato Mandara e l’A.U. Maviglia hanno dichiarato di aver depositato in cancelleria la predetta proposta di concordato che, tuttavia, fino alle 12.00 non risultava depositata dando luogo a notevoli perplessità tra i presenti.
Naturalmente tra i due momenti c’è stata un’accesa discussione tra le parti.
L’avv. Mandara ha chiaramente esplicitato che non si ritengono ‘sanate’ le cd. obbligazioni parallele, chiamandole addirittura pseudo-obbligazioni, inoltre che la scadenza delle obbligazioni tutte è fissata al 2018 eludendo l’applicazione dell’art. 1186 del codice civile il quale prevede la possibilità di diffida ad adempiere per il debitore che si trovi palesemente in uno stato di insolvenza. La discussione è stata accesa anche in merito ai conferimenti da apportare nella Compagnia di navigazione che secondo il PM erano, da comunicazioni della stessa società, subordinati all’accettazione del concordato, mentre l’azienda obiettava che i trasferimenti degli ‘assets’ avvenivano ai fini del concordato.
Tuttavia preso atto della modalità con cui il concordato è stato presentato e, anche delle eccezioni presentate dall’avv. Mandara il Tribunale si è riservato di verificare la regolarità formale e materiale dello stesso, per cui in questo momento si assiste ad un ‘congelamento’ della procedura fallimentare, infatti riferisce l’avv. del Comitato Noideiulemar.altervista.org potrebbero passare anche dei mesi prima che si apra una nuova fase procedurale per gli istanti. Naturalmente il concordato deve superare il giudizio di fattibilità da parte del Tribunale, in tale fase sono previsti dei correttivi per migliorare la proposta e prendere maggiormente in considerazione gli interessi degli obbligazionisti, per cui non è ancora detta l’ultima parola.
Per quanto riguarda la proposta, essa (da dichiarazioni ufficiose che lo stesso A.U. Maviglia ha fornito) prevederebbe il soddisfacimento dei creditori al 50%, di cui 15% cash, 20% in obbligazioni e 10% in azioni. Tuttavia il Comitato noideiulemar.altervista.org sollecita una riflessione in proposito: innanzitutto ci sarà una perdita secca e immediata del 50%, il 15% in contante verrà spalmato su più anni a condizione che si riescano a vendere gli assets, le obbligazioni che sembra si aggirino intorno al 20% sarebbero dello stesso tipo di quelle già possedute dai creditori ossia senza alcuna negoziazione e sottoscrizione attraverso le banche, il resto in azioni infine, che servirebbero per consentire il recupero sul mercato del restante 50% perso in prima battuta, in una società che ha perso in immagine e con una flotta che è stata definita da uno dei soci “un po vecchiotta”.
A questo punto il Comitato Noideiulemar.altervista.org ritiene dunque molto importante continuare l’azione di lotta che già da tre mesi sta portando avanti sostenendo la proposta del cd. Piano Augusto anche se con alcuni correttivi, il quale prevede il riconoscimento formale e sostanziale di tutti i titoli obbligazionari emessi dalla società, inoltre un piano di rientro del prestito obbligazionario al 100% spalmato negli anni.
A giorni si aprirà dunque all’interno dei vari comitati e associazioni un coordinamento per consentire un dibattito sul Piano Augusto, e intanto continuare anche la collaborazione con la Procura della Repubblica e con la Guardia di finanza per recuperare possibilmente tutti quei beni e quei capitali che i soci della DCN non hanno reso visibili, per cui la parola d’ordine è denunciare in maniera circostanziata, facendo riferimento a fatti e persone presenti in via Vittorio Veneto al momento della scadenza annuale. Non è possibile, lasciare che l’unica responsabilità penale in merito alla questione venga attribuita solo al Capitano Michele Iuliano, anche perchè il Capitano alla veneranda età di 88 anni sconterebbe solo due anni agli arresti domiciali per una truffa ai danni di tredicimila e più risparmiatori.
Assunta Esposito