Bacoli. La sua terra, i Campi flegrei, l’ha portata in giro per l’Italia sin qui grazie alla lingua criptica e barocca dei suoi testi, «‘Nzularchia», «’A Sciaveca», «La madre». Opere in versi dal forte sapore epico, con espressioni non sempre chiarissime — specie ai non napoletani — ma dalla fortissima, contagiosa vis espressiva. Ma stavolta Mimmo Borrelli, autore e attore napoletano con profonde radici familiari a Torregaveta e nel bacolese, ha pensato di portare il pubblico nei luoghi della sua scrittura, in quel triangolo di rara potenza mitologica compreso fra Baia, Bacoli e Cuma. «Abbiamo infatti immaginato — spiega Borrelli — di costruire un festival teatrale che tocchi alcuni siti archeologici di questo luogo straordinario e abbiamo deciso di intitolarlo ad uno dei nostri siti più suggestivi».
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