Ad un anno dall’ apertura dei battenti potrebbe essere costretta a chiudere la sede del partito politico di “Un Monte Migliore” causa la mancanza di contributi economici da parte dei membri dell’amministrazione che, sotto questo titolo hanno costituito la lista politica che ha visto come candidato sindaco durante le scorse elezioni l’attuale Primo Cittadino Francesco Paolo Iannuzzi.
Ad annunciarlo, il presidente dell’associazione, Raimondo Mancino. Uno spazio di incontro e confronto che aveva promesso di continuare ad esistere, a fermentare un laboratorio di formazione per giovani militanti intenzionati a crescere politicamente e che avrebbe visto gli associati ma anche semplici simpatizzanti ed amici dedicarsi ad attività socio-culturali.”.
Ma i buoni propositi, a volte, da soli, non bastano. E, per i giovani montesi, un altro portone da parte dei veterani della politica nostrana, getta la chiave. “Sono passati pochi mesi per far sì che venissero giù le maschere di coloro i quali, da componenti del circolo politico culturale di “Un Monte Migliore” si rivelassero componenti di un sistema affaristico tribale, fatto di compromessi e tornaconti personali, le peggiori qualità che questo Comune potesse “sfoggiare” – dichiara il presidente del circolo Raimondo Mancino – di un’inaugurazione piena di buoni propositi non resta che un’occasione come tante per far parlare di sé, mostrarsi ai media locali, farsi ancora una volta una propaganda priva di fondamenta e lungimiranza. Il mio più grande rammarico è aver vissuto momenti di gioia e di speranza con tanti ragazzi, di età compresa tra i 16 e i 26 anni entusiasti di dar vita ad un progetto che mettesse al centro delle loro intenzioni l’investimento di tempo ed energia in opere sociali, il cui punto di partenza avrebbe dovuto essere il servizio a domicilio per pensionati e l’accompagnamento di questi ultimi e diversamente abili durante il giorno là dove ne avevano necessità (ad esempio, a ritirare la pensione, a sottoporsi a controlli medici, fare la spesa e quant’altro). Ma, ahimè, di un’iniziativa che aveva visto, tra le altre cose, la distribuzione delle ore e dei giorni di reperibilità per ciascun giovane, tanto fumo negli occhi e nulla più. Oggi, dopo tanti anni di attivismo, non mi resta che ammettere che fin quando c’è da mettersi in mostra, i quattrini sono serviti su un piatto d’argento, quando invece la politica non trova posto sulla scena, l’avidità regna sovrana nonostante il contributo fosse di pochi spiccioli mensili per ciascuno di noi e, per gli amministratori locali, la rinuncia a una piccola briciola dello stipendio amministrativo. Come tutti noi, ho anch’io una famiglia e, per quanto possa far sacrifici, badare alle spese dell’associazione sarebbe un onere troppo gravoso oltre che ingiusto. Salvo casi eccezionali, un Monte Migliore ha fallito, perché gli “affari” non riguardavano Acquamorta, cooperative pronte ad essere partorite dai soliti noti, varianti ai piani paesaggistici, assunzioni comunali ma, semplicemente, aiuti “no profit” nei confronti della comunità”.
Nella giornata di ieri, durante l’incontro associativo, il presidente Mancino ha annunciato la chiusura della sede e la necessità di pagare l’affitto del mese di febbraio al proprietario del locale. “E’ un’iniziativa in cui credo fermamente, forse a macchiarla è stato il colore politico assunto sin dall’inizio – conclude Mancino – ma, alla mia veneranda età di sessantenne, mi sento in dovere di trasmettere ai giovani la cultura e i principi della mia generazione e, quindi, sarei lieto di realizzare un gruppo di lavoro spontaneo ed eterogeneo che tenga viva questa cittadina e non faccia sentire soli ed inutili tanti compaesani di terza età”.
Comunicato stampa