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Presepe vivente. Echi, suoni, tradizioni… i ringraziamenti di Marisa Fevola

Si è conclusa la II edizione del “” della parrocchia S. M. Assunta in Cielo di Monte di Procida.

La manifestazione ha visto coinvolte circa 250 persone tra organizzatori, attori, comparse, musicisti, guide, elettricisti, falegnami, aiutanti e tanti ancora.

Una manifestazione che si è trasformata in una festa dislocata fra portoni e vicoli, spazi spesso esigui che hanno reso necessaria una divisione del pubblico in gruppi.

Via Allegra, via Diaz, via Vincenzo Scotto si sono trasformate in una novella Betlemme  in cui man mano si sono animati balletti e sketch ispirati alla tradizione montese e napoletana, oltre che presepiale.

Questa è la novità del nostro presepe, non solo vivente ma anche animato.

Il messaggio della nascita è andato diffondendosi dalla grotta di Gesù Bambino agli altri ambienti, di balcone in balcone la notizia è risuonata tra la gioia e l’entusiasmo di pastori, donne e lavoratori: è l’annuncio della speranza che sorprende tutti nella loro quotidianità e infonde nei cuori di chi lo riceve nuovo coraggio e speranza come dicono  i nostri angioletti: “arapite lu core a la speranza”.

Un presepe che vuole essere la continuazione delle celebrazioni liturgiche svoltesi in chiesa: a testimonianza che l’annuncio del Vangelo continua anche fuori le mura del tempio. E a prova di ciò abbiamo visto il parroco, il vice parroco e il diacono raggiungerci subito dopo aver celebrato, trasformatisi anche loro in servizio d’ordine, animatori, guide e soldati romani.

Nel realizzare questo presepe abbiamo puntato sullo spirito di collaborazione e di unità. E la nostra soddisfazione più grande è stata proprio quella di ritrovare questo spirito in chi ha voluto partecipare a questa esperienza, anche solo aspettando e rispettando la fila per l’ingresso.

Ed è stato bello ritrovare questo stesso spirito negli occhi di chi si è commosso davanti alla natività, di chi si è emozionato nel rivedere oggetti o sentire suoni e parole di una vita che ormai appartiene solo al ricordo.

Ma la nostra gioia più grande  è stata quella di aver ritrovato quello spirito nell’instancabile entusiasmo dei nostri bambini, ragazzi e giovani a cui affidiamo il nostro futuro come comunità.

Ringraziare tutti quelli coinvolti in questa seconda edizione sarebbe impossibile.

E allora, certi che tutti quanti ci hanno aiutato non l’hanno fatto per ricevere ringraziamenti bensì per partecipare ad un momento unico – e dell’ anno liturgico, e del nostro paese –  ringraziamo tutti nella persona del nostro Gesù Bambino: il piccolo Giuseppe di soli tre mesi, che per tutte e tre le sere è stato il cardine della nostra narrazione.

Arrivederci a tutti alla prossima edizione!

Marisa Fevola

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