Monte di Procida.Da ieri in tutti i negozi, bar,ristoranti del paese potete trovare all’ingresso il manifesto “LIBERI SUBITO” con l’appello alla liberazione dei marittimi di Procida e non, ostaggi dei pirati ormai dal mese di febbraio.Ormai veleggia a gonfie vele il movimento ‘Liberi subito’ che punta a tenere accesi i riflettori sulla drammatica situazione che stanno vivendo gli equipaggi della petroliera italiana ‘Savina Caylyn’ e della MV italiana ‘Rosalia D’Amato’ ostaggi dei pirati somali. In tutto sono 43 marittimi: 17 indiani, 15 filippini e 11 italiani. Un significativo segnale è quello che da settimane stanno lanciando i familiari, amici e tanti altri per i marittimi italiani prigionieri in Somalia. In tanti, stanchi di aspettare o meglio di essere lasciati soli con le loro preoccupazioni ad attendere risposte che non riceveranno mai, si sono attivati. Ormai non si contano più in particolare le iniziative messe in atto pro liberazione dei cinque marittimi italiani che facevano parte, insieme a 17 indiani, dell’equipaggio della petroliera italiana ‘Savina Caylyn’ catturata dai pirati somali nel lontano 8 febbraio scorso. Una nave italiana che non è l’unica in ostaggio dei predoni del mare. In Somalia è trattenuta anche un’altra nave italiana, la MV ‘Rosalia D’Amato’ catturata il 21 aprile scorso a bordo altri sei marittimi italiani. A Procida in particolare è in corso una vera e propria protesta pacifica ma decisa. La gente è chiaramente stanca di essere ‘presa in giro’ e chiede di voler conoscere le verità nascoste sulla vicenda della petroliera. Dall’isola del Golfo di Napoli provengono ben quattro degli undici italiani in mano ai pirati: Giuseppe Lubrano Lavadera e Crescenzo Guardascione (40 anni oggi) rispettivamente comandante e secondo ufficiale della petroliera italiana, e Vincenzo Ambrosino, allievo di macchina e Gennaro Odoaldo, primo ufficiale di coperta della Rosalia D’Amato.
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