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Bacoli,Ticket annullato, gli operatori turistici fanno festa

ENZO LUCCI.BACOLI. Il Sindaco Schiano preferisce non far pagare anche i residenti
Ticket annullato, gli operatori turistici fanno festa
Non ci sarebbero le condizione legislative per riproporlo

Dopo una lunga battaglia a colpi di carte bollate e ricorsi, è stato stabilito che tutti coloro che hanno pagato il ticket potranno fare ricorso al giudice di pace chiedendo il risarcimento, purchè in possesso della ricevuta che attesti il pagamento. Sarebbe stata questa la reale causa per il quale il ticket d’accesso alla Ztl di Miseno e Miliscola è stato annullato per l’estate che sta per arrivare. Il sindaco Schiano non vuole assumersi le responsabilità di dover mandare in bancarotta il Comune, e quindi, rinuncia al pedaggio. Tutte le sentenze del Tar e del Consiglio di Stato hanno bocciato il provvedimento voluto dall’ex sindaco Antonio Coppola. Il primo cittadino, seppur favorevole alla gabella, decide di rispettare le indicazioni della Magistratura che, di fatto, affermavano che il dispositivo fosse legittimo solo nei casi in cui a pagare sia pure il residente. Il primo cittadino, ovviamente per ragioni politiche, non prende nemmeno in considerazione quest’evenienza, accantonando, per il momento, anche l’installazione di un sistema di videosorveglianza per via delle esose richieste da parte di possibili società concessionarie del servizio. E al momento pare non ci siano in cantiere altre soluzioni per contrastare il traffico estivo. Questo provvedimento era riuscito persino a strappare consensi a Legambiente che avevano affiancato i bacolesi in questa battaglia. Ma a Bacoli i cittadini sono scesi in guerra uno contro l’altro. Da una parte i residenti del centro cittadino, dall’altra parte gli operatori balneari e i parcheggiatori di Miseno e Miliscola. Oltre, naturalmente, alla piccola schiera di napoletani che in quella gradevole punta dei Campi Flegrei, ha fittato la seconda casa. E la querelle è durata 8 anni, tra scene di ordinaria follia. Per i titolari delle attività balneari, a questo punto, un successo quasi insperato. “Bisogna frenare l’invasione di auto che nei fine settimana mette in ginocchio la Bacoli che non vive di mare. Ci sono gli interessi di una collettività da salvaguardare”- è il pensiero della maggioranza dei cittadini bacolesi. L’ormai famosa ordinanza dell’ex sindaco Antonio Coppola, aveva, a suo tempo alzato un polverone incredibile, e moltissimi erano contro il provvedimento, anche tra i comuni cittadini oltre, naturalmente, agli operatori turistici che avevano fatto ricorso al Tar, ottenendo una sospensiva dell’ordinanza poi annullata dal controricorso fatto dal sindaco e dall’amministrazione presso il Consiglio di Stato. L’ordinanza del sindaco, stabiliva che l’accesso alle zone di Miseno e Miliscola dovessero essere subordinate, per i non residenti, al pagamento di un ticket, una sorta di “biglietto d’ingresso” alle zone balneari e sottoposte al provvedimento. Vigili e funzionari comunali si occupavano di esigere il pedaggio, in alcuni punti d’ingresso ben individuati alle porte di Miseno e Miliscola. Dalla loro parte, che, era un pò anche quella del sindaco Coppola, e in parte di quella di Schiano, anche una serie di motivazioni economiche, dunque, per dare sostegno alla tassa anti-congestione. Poiché non era possibile acquistare il tagliando prima di presentarsi ai “check point” dislocati nei punti nevralgici di ingresso alle due zone balneari, si formavano code chilometriche, ingorghi senza fine, senza contare le proteste e i sit in organizzati dai titolari dei lidi, che più di una volta hanno completamente paralizzato il traffico e la riscossione del pedaggio. Altro problema, era quello del divieto di ingresso ai motorini, che non potevano accedere alla zona balneare nemmeno pagando. E quante sono state le lamentele di motociclisti e centauri, a cui veniva negata la possibilità di utilizzare un mezzo a due ruote per recarsi nelle zone costiere o solo per “attraversare il valico”. E, a proposito di valichi, c’erano anche i montesi che non potevano passare per le zone interessate dal dazio, che alle volte, però diventavano un percorso obbligato per altre zone della cittadina, che per certi versi è come se fosse un “fondo incluso” rispetto a Bacoli. Si sfiorò l’incidente diplomatico tra i comuni limitrofi, quando si seppe che i montesi, per passare dalle zone “proibite” e arrivare in paese, dovevano pagare al Comune di Bacoli la tariffa stabilita per i non residenti. Ancora, c’era il problema che la spesa media per una giornata sulla spiaggia, diventava alta, comprendendo, oltre al ticket, il parcheggio, l’ingresso ai lidi l’ombrellone, la sdraio e magari un gelatino ai bambini.
Tutto questo spinse per un braccio di ferro corale: gli operatori turistici si rivolsero direttamente al Tribunale Amministrativo Regionale, molti bacolesi masticavano amaro per tutto il caos provocato dall’ordinanza. C’era anche chi fu da subito a favore del ticket, mentre l’opinione dominante fu che il provvedimento-“gabella” avrebbe dovuto essere studiato più a fondo e che con qualche modifica avrebbe potuto essere accettabile e anche vantaggioso. La querelle, dopo otto anni, si conclude e a vincere sono gli stabilimenti balneari e i non residenti.
Enzo Lucci da IL CORRIERE FLEGREO

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