NAPOLI – Gennaio è tempo di Calendari. Gettato via quello dell’anno passato, si appende al muro quello nuovo, 2011. Diversi e inconsueti i moderni calendari ritraggono oltre ai giorni dell’anno diverse raffigurazioni; si va dalla squadra del cuore, a quelli che ritraggono cani e gatti, ancora quelli dei fumetti più in voga e per i collezionisti, l’intramontabile calendario Pirelli. Eppure tutti questi calendari hanno qualcosa in comune; la storia. Nei pressi di Cuma si conserva il più antico, datato oltre 6.000 anni fa. IL CALENDARIO DI CUMA – “È tra i più importanti e meglio conservati dell’antichità”, commenta Franco Ruggieri, l’uomo che nel 1972 per primo scoprì l’esistenza dell’antico calendario nei pressi dell’antro della Sibilla. “Visibili sulla parete occidentale esterna del dròmos che Amedeo Maiuri definì, l’ “Antro della Sibilla” diversi segni verticali, suddivise in due coppie di valori. ”È il primo tra i calendario conosciuti della storia antica, realizzato da un astrologo di oltre 6.000 anni fa”. Poi Ruggiero descrive nello specifico l’antesignano dei calendari moderni. “Le tacche superiori corrispondono al numero 29 che indica i giorni del mese sinodico (lunare) correlato ad altrettante 12 tacche inferiori che indicano i mesi dell’anno corrispondenti”. LE RICERCHE NELLA CRIPTA – “Una recente analisi di alcune vecchie diapositive in mio possesso, scattate all’interno della Cripta Romana di Cuma, ha messo in luce la presenza di altri due segni incisi sulla parete settentrionale. Il principale dei due si trova a circa metà percorso, quasi al di sotto di uno degli archi di sostegno realizzati posteriormente. Essi ricordano il calendario presente nell’antro della Sibilla. Ulteriori ricerche, da realizzarsi quando il percorso sarà di nuovo agibile”, conclude Ruggieri. Peccato che la Cripta romana di Cuma è chiusa e inaccessibile da diverso tempo.
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