In tempi di magra per la cultura e i beni culturali a Napoli e in Campania, la riapertura delle sezioni di Cuma, Rione Terra e Pozzuoli del Museo Archeologico dei Campi Flegrei nel castello aragonese di Baia, dopo due anni di chiusura, è una notizia da non sottovalutare.
Meraviglie dei tempi dei coloni euboici (VIII secolo a.C.) fino all’età imperiale con i resti (persino di derivazione egizia) rinvenuti nel Serapeo di Pozzuoli sono un regalo d’addio dell’ex soprintendente a Napoli e Pompei Giuseppe Proietti. Nello scorso weekend notevole è stato l’afflusso di visitatori e di studiosi anche dall’estero e un gran numero di persone è previsto per questo fine settimana.
Al museo di Baia, però, manca ancora il «piatto forte»: ovvero la sezione dedicata proprio a Baia, col «Sacello dei Augustali» di Miseno (edificio romano adibito al culto degli imperatori Tito e Vespasiano) e l’incantevole ninfeo di punta Epitaffio (con la statua di Ulisse e Baios intenti ad offrire vino al gigante Polifemo). Una chiusura, l’ultima, che ha deluso i recenti visitatori. Ancora non si conoscono i tempi di riapertura, che a questo punto è affidata alla neo soprintendente Jeannette Papadopulos (che ha già molte gatte da pelare, prima su tutte Pompei). Solo un ultimo sforzo e il museo di Baia tornerà a una fruizione completa, grazie alla sua sezione più suggestiva.
fonte www.corriere.it