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Fra Procida e Vivara bloccati tre pescherecci per pesca vietata

A caccia di tonnetti e spadini proibiti nel golfo. Quintali di novellame prezioso distrutto da pescatori professionali e cosiddetti dilettanti. Una strage che si ripete puntualmente, nei mesi di ottobre e novembre. Tonnetti rossi mediterranei, di qualità prelibata, da poco nati, falcidiati dalle cianciole, dalle coffe di superficie, persino dai trainisti che, soprattutto nei giorni di fine settimana affollano con ogni mezzo le rotte del golfo, da Nisida e Miseno alle secche di Ischia e Procida, da Torre del Greco e Sorrento a Punta Campanella e all’isola di Capri. Minuscoli pesci spada del peso appena superiore a un chilo sterminati dagli ami sistemati nelle zone più pescose, in prossimità delle secche, sino a poche miglia dalla costa. Stesso discorso per palamite, allitterati, ricciole, lambughe. Inutili gli appelli alla ragione. I termini del disastro ambientale sono eclatanti: nel giro di dodici-tredici mesi un pesce spada o un tonno potrebbe crescere sino a più di cento chili di peso. Distribuito sui mercati nelle attuali condizioni, invece, il novellame rende pochissimo, forse serve soltanto per «divertire» i sempre più numerosi predoni da strapazzo che non esitano ad infrangere le norme di legge, pur di realizzare facili bottini in poche ore di pesca. Con due vedette della Guardia Costiera abbiamo fissato dal vivo qualche momento della complessa operazione avviata nel golfo dall’ammiraglio Domenico Picone, direttore del dipartimento marittimo della Campania. Dalle sponde della costa vesuviana alle secche delle isole di Ischia e Procida, nel cuore del Regno di Nettuno. Nonostante le incertezze del tempo, sono decine le imbarcazioni che si dedicano alla facile pesca di tonnetti e spadini appena nati. In gran parte si tratta di dilettanti. Subito nel mirino delle motovedette cinque o sei gozzi intenti a salpare coffe a tre o quattro miglia da Nisida. Per procedere al sequestro del pesce proibito, c’è soltanto l’imbarazzo della scelta. A bordo di una barca professionale non meno di ottanta chili di novellame già sistemato in cassette per la vendita. Ma le operazioni di controllo, coordinate dal tenente Pasquale Lombardi, ben presto si spostano verso una piccola flotta di motoscafi, pilotine, persino gommoni veloci impegnati in un caotico carosello di lenze a traina. Facile, per la maggior parte dei diportisti colti in fallo, sgusciare via evitando per questa volta le maglie della legge. Particolare attenzione gli uomini della Guardia Costiera assicurano ogni giorno alla sorveglianza delle aree marine protette. Nella zona di Punta Campanella e nel Salernitano numerosi sono stati i sequestri di tonnetti del peso addirittura inferiore al mezzo chilo. Fra Procida e Vivara, in pieno Regno di Nettuno, bloccati tre pescherecci, sorpresi a devastare gli splendidi fondali di posidonia con i loro pesanti rostri a strascico. Il bilancio dei controlli in questa fascia protetta sono decisamente confortanti. Le potenzialità di sviluppo offerte dal parco sommerso cominciano ad essere apprezzate dalle comunità locali. «Rispetto all’anno scorso i reati contro il patrimonio ambientale sono sensibilmente diminuiti», spiega il tenente Flavia La Spada, dirigente della Guardia Costiera di Procida. Nel corso delle prossime settimane le operazioni di tutela del patrimonio ittico proseguiranno non soltanto in mare, ma anche con una serie di interventi previsti all’interno dei mercati all’ingrosso, nelle pescherie, nelle cucine dei ristoranti.

fonte Il mattino FRANCO MANCUSI

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