BACOLI. Il sindaco, Ermanno Schiano, firma l’appello di Amnesty International per salvare Sakineh Mohammadi Ashtiani. La vedova iraniana, madre di due figli, è stata condannata nel maggio dell’anno 2006 alla pena di morte mediante lapidazione “per aver avuto una relazione “illecita””. Il primo cittadino Schiano, in una nota pubblicata sul sito web del Comune, conferma la sua adesione alla campagna a favore della donna: “La collettività di Bacoli esprime sdegno per pratiche disumane quali la pena di morte in qualunque forma essa sia ed afferma il valore della vita umana e dei diritti fondamentali degli uomini e delle donne. Aderiamo tutti alla campagna di Amnesty International per salvare la vita di Sakineh”. A margine del comunicato c’è l’invito a firmare l’appello; collegandosi direttamente al sito di Amnesty Internationale Sezione Italiana è possibile compilare un modulo per salvare Sakineh dalla lapidazione. L’iniziativa del sindaco, Ermanno Schiano, si inserisce in una rosa di azioni intraprese ovunque a favore della donna iraniana: gli appelli e le richieste perché la donna non sia uccisa si stanno moltiplicando. “Ma come fanno a prepararsi a mirare al mio viso e alle mie mani, a lanciarmi delle pietre? Perché? Sono Sakineh Mohammadi-Ashtiani. Dite a tutto il mondo che ho paura di morire. Dalla prigione di Tabriz ringrazio quelli che pensano a me”. Queste le ultime parole con le quali la donna iraniana chiede aiuto. Il sindaco, oltre ad aver aderito all’appello di Amnesty International, si accinge intanto a firmare una delibera di Giunta diretta al Ministero degli Esteri affinché intervenga presto a favore di Sakineh
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