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MISENO,ORMEGGI ABUSIVI,sequestrati grossa quantita' di gavitelli

Task force della guardia costiera di Baia lungo il litorale flegreo per contrastare gli ormeggi abusivi: gli uomini dell’ufficio locale marittimo, con la collaborazione del Nucleo subacquei della capitaneria di porto di Napoli, hanno rinvenuto ampi tratti marini adibiti ad attracchi senza autorizzazione. In particolare nel porto di Miseno, in località Casevecchie, è stata sequestrata una grossa quantità di gavitelli e «corpi morti» (massi in cemento per imbarcazioni e natanti da diporto), adoperati illegalmente per ancorare decine di barche: una sorta di porticciolo abusivo stroncato dagli uomini di Locamare, coordinati dal maresciallo Enrico Alborino e dal comandante della capitaneria di porto di Pozzuoli, Andrea Nacarlo. Controlli anche a Marina Grande e nella rada del quartiere Poggio in cui è emerso il problema ormeggio per i residenti in possesso di una barca. A riguardo infatti non è prevista alcuna regolamentazione: il cittadino che lascia l’imbarcazione nello specchio acqueo antistante la propria abitazione, infatti viola le norme e rischia il sequestro del natante. Il comitato civico Poggio, presieduto da Alessandro Parisi, ha sollevato nel corso di una recente riunione la problematica, reclamando all’amministrazione comunale un progetto. Il sindaco, Ermanno Schiano, in merito dichiara: «I cittadini residenti sono penalizzati perché non è riservato loro alcun piano. Da settembre, confrontandoci con la guardia costiera, intendiamo creare uno spazio affinché i residenti che posseggono una barca possano usufruire di una concessione. Il Comune dovrà elaborare un regolamento interno». Dello stesso parere il consigliere indipendente, Josi Gerardo Della Ragione. «Sono favorevole a un tavolo di lavoro con la guardia costiera per una soluzione. Ai residenti bisogna dare la possibilità di essere in regola». Nell’ambito dell’operazione Mare Sicuro, prosegue il monitoraggio della capitaneria anche nell’area marina protetta di Baia, in cui ricade il parco archeologico sommerso. L’attenzione nella riserva marina da parte della guardia costiera e dei subacquei dei diving center locali è alta; l’obiettivo è contrastare la navigazione nell’area per scongiurare danni: le ancore lanciate in maniera indiscriminata sui fondali possono danneggiare le strutture archeologiche e le praterie di posidonia. L’area marina protetta di Baia, gestita dalla soprintendenza speciale ai Beni archeologici di Napoli e Pompei, è setacciata anche per difenderla dalla pesca di frodo che oltre a depauperare l’habitat marino-costiero, rovina il sito romano sommerso

dal mattino PATRIZIA CAPUANO

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