– Siamo a Punta Pioppeto, una delle lingue estreme di Prochyta (dal greco prochyo, da cui terra coricata), l’isola «sputata dal vulcano» in mezzo al mare. La struttura, che nonostante il degrado conserva una flebile memoria della bellezza di un tempo, era la dimora dell’ultimo «fanalista», l’addetto al faro di Procida, un mestiere definitivamente scomparso dall’isola nel golfo di Napoli. Questo (invidiabile?) posto di lavoro, infatti, è stato soppresso dopo il ridimensionamento del personale del settore costiero, cosicché il faro, uno dei più importanti di questo angolo di mare – è un punto di osservazione fondamentale con i fari di Capo Misero e Punta Carena – ora è completamente abbandonato. Giovedì sera però un segnale di speranza per il futuro del faro c’è stato. Aniello Scotto di Santolo, consigliere comunale d’opposizione (Insieme per Procida) ha firmato una mozione per l’acquisizione del bene (ora di proprietà del ministero della Difesa) da parte del Comune.
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